lunedì 28 marzo 2011

il cuore

Torno a casa, sfatto, dal lavoro.
Imbastisco una cena che abbia una parvenza di dignità.
A metà piatto di pastasciutta, il pistacchio mi dice: "Senti il mio cuore?"
Stancamente, metto una mano sul suo petto e lui: "Senti papà? Senti? Fa: ma-ma pa-pa, ma-ma pa-pa..."
...l'ho strapazzato di coccole!!!

domenica 27 marzo 2011

programmazione quotidiana


Da quando la mamma è ospedalizzata, i ritmi di papà sono cambiati (in peggio, ovviamente) ma devo orgogliosamente dire che stiamo sopravvivendo in maniera più che dignitosa, diventando “complici” ogni giorno di più.

Devo però ammettere che è dura, anche perché la mia “giornata-tipo” è come segue:


06:30 suona la sveglia.


07:00 riesco finalmente (ma faticosamente) ad alzarmi; incominciano i “riti” mattutini: innanzi tutto, accensione della macchina caffè; a seguire, pipì (si può dire?), spazzolino e dentifricio, lavata di faccia e dintorni.

Succo di frutta, caffè, vestizione. Se il tempo (crono, non meteo...) lo concede, sigarettina in balcone.


07:30 inizia l'opera di “sveglia-pistacchio”; tutto dipende dal suo umore... un'incognita che quotidianamente mi angoscia, anche se finora, mi è andata bene.

L'operazione è “dura”, ma in genere ce la faccio in un quarto d'ora. Per ingannare il tempo, riempio ed avvio la lavatrice


07:45 la pipì del pistacchio (non sempre la mira è eccellente, appena sveglio...); segue colazione, durante la quale apprendo alcune capacità traslative del latte incomprensibili al resto dell'umanità.

Papà approfitta di questi minuti per appartarsi in bagno; qualche paginetta di un noto fumetto, 3 minuti, poi si torna sul fronte.


08:00 finita la colazione, iniziano le abluzioni: prima i dentini, poi mani e musino (occhio al sapone negli occhi!).

Si passa alla vestizione, mentre le lancette scandiscono inesorabilmente il trascorrere del tempo.

La prima lotta è la scelta degli indumenti: il pistacchio ha idee sue, ben radicate ma non coerenti col tempo atmosferico (la camicia hawaiana a marzo mi sembra fuori luogo...). Seguono trattative ed opere di convincimento, fino all'imposizione del volere paterno (spesso con ricatto: sarà immorale ma spesso è indispensabile).


08:40 chiuso il sacchetto dell'immondizia, finalmente si esce. Destinazione: scuola.

Un tragitto normalmente percorribile in 3 minuti ne richiede, effettivamente, almeno 10.

Spogliazione, cambio scarpe, saluti eccetera.


09:00 esco dalla scuola e finalmente mi avvio al lavoro.


12:40 arrivo a casa per la pausa pranzo, mi “diletto” con Forum, l'eccellenza della TV a quest'ora (ma c'è di meglio?); per fortuna tra poco inizia il TG.

Mentre la pasta cuoce, svuoto la lavatrice e incomincio a stendere.

Suona il contaminuti, mollo il catino pieno a metà si panni lavati e mangio.

Sparecchio, le stoviglie finiscono nella lavapiatti insieme a quelle della sera precedente, segue valutazione: è abbastanza piena o aspetto i piatti di stasera?

Mentre ci penso, finisco di stendere i panni.


14:15 si torna al lavoro... finalmente!


16:45 è ora di andare a trovare la mamma, in ospedale.

Un'oretta insieme, caffè alla macchinetta, poi via... verso il supermercato più vicino per sopperire alle quotidiane mancanze del frigorifero.


18:45 arrivo a casa, la nonna relaziona sul pomeriggio col pistacchio (e meno male che c'è lei!); in contemporanea, imbastisco una cena. Inevitabile accorgersi, in questo momento, che ho dimanticato qualcosa sugli scaffali del supermercato...

Il pistacchio, ogni tanto, ottiene Pippi Calzelunghe che quindi fa da colonna sonora ad una serata improponibile.


19:30 la nonna è andata, l'acqua bolle e butto la pasta. Durante la cottura, ritiro i panni e maldestramente li piego; li metterò via domani, forse...


19:40 cena. Può sembrare banale, ma devo improvvisare, sulla base delle richieste del pistacchio e del contenuto (ormai fuori controllo) del frigorifero. Sto diventando un virtuoso del fornello...


20:30 inizia l'operazione di allettamento, con lettura di fiaba e un po' di coccole (il momento più bello!)


21:30 silenzio in casa... rotto solo dal rumore dei piatti che vengono sciacquati e infilati nella lavastoviglie.


22:00 finalmente sotto le lenzuola, tento di leggere qualche paginetta di Guareschi, ma mi cala la palpebra.

Mi voglio bene, quindi spengo la luce. Domani si ricomincia...



...mamma, ma quando torni a casa???




venerdì 18 marzo 2011

Io e mio figlio... da soli!


Non so chi sia stato, ma qualcuno deve averlo inventato, 'sto “affido condiviso”!

Da maschietto, pur non essendone coinvolto, mi sembrava cosa corretta, ma...


...ma poi càpita che vivo una situazione analoga: devo gestire il pistacchio tutto il giorno, per non so quanti giorni...


Ieri, mamma Maria passa dal Pronto Soccorso al ricovero, senza passare dal Via.

Papà si ritrova solo, col pistacchio.


Malgrado il massiccio (e impagabile) aiuto della nonna, dopo solo un giorno mi ritrovo con:

  • la lavapiatti piena di stoviglie pulite...devo decidermi a vuotarla!

  • il lavandino pieno di piatti e bicchieri sporchi, di ieri (se non svuoto la lavapiatti, rimane così)

  • il tavolo ingombro di stoviglie (ovviamente sporche - devo decidermi a svuotare la lavapiatti, riempirla di nuovo con le stoviglie attualmente nel lavandino, farla andare e riempire di nuovo il lavandino con quanto è sul tavolo... cheppalle!)

  • un pistacchio che vuole la mamma

  • il cellulare che squilla... è la mamma che vuole il pistacchio.... (ma si sono messi d'accordo???)

  • uno stendino da svuotare

  • la lavatrice piena

  • il cesto della biancheria sporca colmo

  • la lettiera dei gatti che.... beh, li ho visti: cercano di pulirsela da soli!!!

  • il frigorifero inspiegabilmente vuoto (eccetto rimasugli vari che hanno perso qualsiasi connotato, tranne una massa gelatinosa che ha cercato di attaccarmi, poco fa...)

  • un mal di testa da Guinness dei Primati.


Una lotta... anche perché il pistacchio è molto più legato a mamma che a papà.


Eppure...

...eppure gli spiego cosa accade; lui capisce e si comporta di conseguenza!

Potrebbe essere normale, per un bimbo di quattro anni, ma... è con noi da pochi mesi, per lui la mamma è tutto e papà è un “accessorio”, di solito.

Invece, in questa strana occasione, pare abbia capito e condivide con me questa “assenza”. Attendiamo insieme il ritorno di mamma.

Ci manca, è fuori discussione; però non ci abbattiamo: stiamo scoprendo che insieme, noi due, ce la possiamo fare. Alla faccia della lavapiatti!!!