domenica 26 dicembre 2010

Cronache natalizie


E' il primo Natale col Pistacchio, da giorni sto cercando di spiegargli la storia di Gesù Bambino e del perché porta i regali ai bimbi, facendosi aiutare da Babbo Natale (io la vedo così, nun me rumpete!)


Il 24 sera riesco ad allettarlo presto, nel suo lettino: che sia Gesù Bambino o Babbo Natale, nessuno lo deve vedere!!!


Passo la serata a montare giochi e inserire pile (rigorosamente ricaricabili), è quasi mezzanotte quando raggiungo il letto... Per la cronaca, il 67% della popolazione è malato, con febbre e raffreddore; il restante 33% (io...) deve gestire Interni ed Esteri (cioè i regali della nonna.... da montare e dotare di pile.... cheppalle!!!)


Arriva il 25...


ore 07.00 il pistacchio si sveglia e, per la prima volta, chiama “papà”, ma papà non sente; è quindi la mamma che si gode lo sguardo stupito di quanto Gesù Bambino ha portato...

Il regalo preferito è la batteria (la nonna...), quindi papà si sveglia subito.


ore 07.30 la “conta” dei regali è finita, perché non tornare a letto per un'oretta almeno?

La mamma non riesce a bere il caffé, non sta bene...


ore 08.00 la mamma si lamenta, non riesce a respirare, prova la temperatura con due diversi termometri: 34°, un po' poco, no?


ore 08.40 Telefonata alla Guardia Medica che sentenzia: polmonite, subito al Pronto Soccorso, fare lastra ed ECG.


ore 09.20 chiamati, arrivano i paramedici del 118; non hanno un termometro (giuro!) ma secondo loro i 34° sono “farlocchi”. Cambiare i termometri, quelli elettronici fregano.

Comunque, ambulanza fino al Pronto Soccorso.


ore 12.00 circa “rilascio” dal PS; le hanno dato le “goccioline della felicità” (oppiacei legali? Domani le compro anche per me!!!) perché impanicata, le hanno fatto un aerosol e l'hanno rimandata a casa.


ore 12.45 Mentre eravamo al PS, la nonna ha gestito il pistacchio; ora, devo portarla dai parenti per il programmato pranzo (ha cucinato parecchio....), lascio mamma e figlio con una promessa: rientro in un paio d'ore.


ore 14.15 sono sulla via del ritorno, praticamente sotto casa; squilla il cellulare, è Maria: “Lo dobbiamo portare al PS, ha male alle orecchie”; sottofondo, il pianto del pistacchio; pianto, non capriccio: è inusuale... e preoccupante.


ore 14.30 siamo al PS per bambini, il Buzzi, dove (si dice...) si entra con l'influenza e si esce con la bronchite....vabbé....

Il pistacchio è mogio, mi intristisce...

Perlomeno, ho trovato parcheggio subito... è Natale, no???


ore 19.00 tralascio quello che è successo nelle ore... la sala di attesa di un PS pediatrico è indescrivibile, ringrazio Dio per i 3 anni “abbuonati”: urla, strilli, pianti... di tutto! Siamo sicuri che Erode si sbagliasse???

Anche la temperatura è incredibile, penso superi i 25°, senza macchinette distributrici di bevande.... ci si scioglie.

Visita, lastra, seconda visita.

Esito: otite e bronchite, un piano farmacologico articolato che si deve incastrare con quello della mamma; gestire il tutto non è facile, mi viene voglia di buttare tutte le medicine nel Bimby, frullare e somministrare a caso....


...che bello, il primo Natale di mio figlio!

Se l'anno prossimo vuole sparare alle renne, come biasimarlo???


L'unica certezza: finché non mi ammalo io, si sopravvive.

Il mio segreto per non ammalarmi? Non provare la febbre!!!


In questo modo, oggi ho potuto andare in farmacia per tutte le terapie prescritte, a piedi e sotto il nevischio... ma il termometro non lo prendo in mano, non posso!!!


...voglio torna' 'n Camboggia!!!




venerdì 17 dicembre 2010

La paura fa 40...

Anzi, 40,4°...

Le emozioni che dà un figlio sono sempre tante, inattese e improvvise; ma non sta scritto da nessuna parte che siano solo positive!

Mercoledì, di ritorno dal Day Hospital (Morning Hospital, più correttamente... alle 13 avevamo finito!) il pistacchio si è addormato, per tutto il pomeriggio; alle tre di notte, la mamma lo ha sentito lamentarsi: lo ha portato nel lettone e mi ha gentilmente svegliato per informarmi che il termometro indicava una temperatura di 39,8°.
Tachipirina.
Inutile: nessuna sudata, quindi la temperatura non scende. Anzi: alle 5:30 di giovedì la mamma mi sveglia, impanicata: abbiamo raggiunto i 40.4°!
Il panico è comunque una emozione, no? Ci "sta dentro"... che si sappia!

Complice il mio "lento risveglio" da diesel, non mi faccio coinvolgere più di tanto.
Mezzo rincoglionito (anzi, per tre quarti... ) telefono alla guardia medica, mentre Maria si predispone per una escursione al pronto soccorso.
Il medico che mi risponde, dopo un quarto d'ora, mi rassicura da un lato e mi allerta dall'altro: se non suda, non va bene... Mentre siamo al telefono, il pistacchio (ubbidiente?) inizia una copiosa sudata; il medico mi chiede di provare la febbre, mentre lui attende (come si fa a lamentarsi del SSN???); un paio di minuti, 37°: ok.
Onore al SSN: dopo un'ora, il medico mi ha richiamato, per sapere come stava andando... E c'è chi si lamenta del Servizio???

Durante il giorno dopo, giovedì, la temperatura risale a livelli di guardia: 38.9° è il picco massimo, con aggiunta di occhi liquidi. Ancora telefonata alla guardia medica (ma quanto sono bravi e disponibili!).

Primo consiglio: "una doccia appena appena tiepida"; al pistacchio non è piaciuto (e nemmeno credo ai vicini di casa, visto che era quasi mezzanotte...) e la mamma si è fatta impietosire, è stata brevissima: nessun risultato. Notte passata ad intervalli di tachipirina.

Venerdì, 17 per la cronaca, la temperatura rimane a livelli elevati; a Milano nevica e fa un freddo porco (non aiuta...) ma il pistacchio ha voglia di giocare lo stesso, e gode del fatto che - per una legge non scritta - se non sta bene dorme nel lettone, tra mamma e papà.

Papà è contento perché ieri sera il pistacchio lo ha cercato e ha voluto stringere un dito nella sua manina...
...nel momento del bisogno, papà serve e c'è.


Tra sciroppi, antibiotici e tachipirine, casa nostra sembra una succursale ASL, ma il pistacchio sopporta bene; la temperatuta, ancora alta, non raggiuge però i limiti dei giorni scorsi e lui si gode il lettone (marpione!).

Ora siamo più tranquilli, speriamo che in pochi giorni si torni alla normalità... ma cos'è la normalità, con un pistacchio di 4 annni??

mercoledì 8 dicembre 2010

8 dicembre 2010 - sono sempre più "orgoglione"...

Come ogni padre, sono (giustamente) orgoglioso delle "prodezze" del pistacchio.

Premetto che - come molti - ho ingannato l'attesa della partenza per la Cambogia trastullandomi con i passatempi più strani e disparati, tra cui le sculture di palloncini, tipiche degli artisti di strada, pur limitandomi a un cagnolino, una spada e la classica corona (sì, lo so.... devo applicarmi di più).

Ogni tanto glieli faccio; ieri, ad esempio, gli ho fatto una corona e una spada, poi l'ho "mollato".

Passano pochi minuti e vedo il pistacchio pastrugnare la spada.
Ricordo: ha 4 anni appena compiuti...

...ma giuro che la giraffa l'ha fatta LUI!!!

E' un mito o no? Io lo adoro...

lunedì 6 dicembre 2010

il primo compleanno

E' passato da pochi giorni il suo compleanno, il primo trascorso finalmente a casa.
Quattro anni, ufficialmente compiuti il due dicembre (data ovviamente presunta, in base all'apparente età al momento del ritrovamento).
Non so quanto siano stati festeggiati i precedenti compleanni; né mi interessa, tutto sommato.
Questo è il primo "nostro" (scusate l'aggettivo possessivo) e, fatti quattro conti, abbiamo deciso di scaglionarlo: improponibile convocare 10 parenti dal ramo mio, altrettanti dal ramo materno, i venti e più compagni di scuola (oltre a mamme e - spesso - fratelli), gli amici di papà e mamma che hanno condiviso la frenetica attesa e quella decina di amici (genitori compresi) del condominio... il tutto in 80 metri quadrati????

La prima preoccupazione è stata nel tentativo di fargli capire che il compleanno è il "suo giorno". In questo, i regali hanno aiutato. Così come ha aiutato l'andirivieni di amici, tutti rigorosamente con il pacchettino per il pistacchio.


Biologicamente parlando, è un figghi'androcchia: chiunque entri in casa nostra, ultimamente, è sottoposto ad un rigoroso pistacch-bag-scanner alla ricerca del regalino... Credo abbia intuito, quantomeno, che il compleanno è una forca caudina a cui amici e parenti devono sottostare.

A dispetto di qualunque mia aspettativa, qualcosa ha capito; chiedetegli, ora, quanti anni ha: inesorabilmente, solleva quattro ditine e ghigna felice e soddisfatto (anche perché la domanda è spesso preludio a un pacchetto da scartare); se continua così, ho due sole alternative: o cambio casa, oppure "metto giù" mercato... A quanto li "metto" i Gormiti??

venerdì 26 novembre 2010

26/11/2010 - la prima neve


Stamattina, Milano si è svegliata leggermente ammantata di bianco; la neve ancora scendeva, l'ho fatta vedere al pistacchio attraverso la finestra della cucina, dal 3° piano...
Ha sgranato gli occhi e ha esclamato "Ohhh!", ma sia l'espressione che il tono di voce significavano "Non so cosa sia, ma se me la fate vedere in evidente stato di eccitazione... allora vuol dire che è una cosa speciale."
Si, insomma, si fida di noi.

Siamo scesi in cortile, quella strana roba bianca depositata sugli scooter parcheggiati lo incuriosiva.
Papà ne ha presa una manciatina e glie l'ha appoggiata sulla guancia.
Ecco, in quel momento lo stupore è stato reale! Se ne è uscito con una delle sue smorfiette e ha iniziato a ridere...
Ha chiesto il permesso e ne ha brancata una manciata, tirando la sua prima palla di neve alla mamma (emulando - ovviamente - il papà). Una palla di neve un pò grossolana ma, sicuramente, efficace; per tutto il tragitto casa-scuola non ha fatto che ripetere "Neve-neve-neve!" ridendo come un pazzo.

A mezzogiorno ha smesso di nevicare e quel sottile strato si è sciolto.
La sera, a casa, il pistacchio ha espresso tutto il suo disappunto: "No neve...", evidentemente contrariato.
Con tutte le fatiche del caso, gli ho promesso che dopodomani la neve torna; speriamo che i siti meteo del web siano attendibili, sennò che figura ci faccio?

lunedì 22 novembre 2010


E' difficile descrivere certe cose, certi sentimenti...
Il pistacchio è a casa da mesi e ora, finalmente, è arrivato il decreto del Tribunale dei Minori... è l'"ufficializzazione", ora è nostro figlio anche per la burocrazia.
Non ci serviva, a noi... Serve però al "mondo" (scuola, tessera sanitaria eccetera).
Quindi, mi adeguo e ne gioisco.

Ma è molto più bello avvicinarsi al suo lettino dove, serafico, dorme... il mio dito indice si avvicina alla sua manina che, nel sonno, istintivamente, si chiude attorno al mio dito...
Cerco di non svegliarlo ma vorrei abbracciarlo, stringerlo, strafocarlo di coccole. Sembra accorgersi della mia presenza, mugola, si crogiola nel letto. Forse è solo l'illusione di un padre, però... mi sembra di vedere un (addormentato) sorriso. E nessuno cerchi di dimostrarmi che è un riflesso condizionato!

Non è facile, ma nessuno mi ha mai detto che lo sarebbe stato... però, non mi era stato detto nemmeno che sarebbe stato così bello! Per fortuna, perché in questo modo è tutta una scoperta.

Buona notte, pistacchio... dal tuo papà.

sabato 6 novembre 2010

Felicità è...


Felicità è (anche) addormentarsi col pistacchio, abbracciati sul divano, dopo aver visto qualche giro di prova di non so quale gara di moto, mentre la mamma rassetta la cucina...

...poi, si è svegliato con la carogna sulla spalla e probabilmente lui e mammà sono arrivati in ritardo al suo primo invito mondano (festa di compleanno di una compagna di classe), ma questa è un'altra storia.

martedì 2 novembre 2010

Responsabilità...




Forse esagero io e il pistacchietto è un bimbo come tutti gli altri... però non ne sono mica tanto convinto (con buona pace degli altri papà)!


Va preliminarmente ricordato che è in Italia da meno di 70 giorni e che ha meno di 4 anni.

Mamma ha un mal di gola coi fiocchi, non riesce praticamente a parlare (cosa di per sé positiva, ma questa è un'altra storia) e il pistacchietto stasera mi ha chiaramente fatto capire (anzi, me l'ha proprio detto!) che domani, a scuola, ce lo porto io: "domani mamma no scuola, tu scuola: mamma male gola!".

Non è un amore? Inoltre, gli piacciono i Simpsons...

Eppoi, è così bello...
E' vero, anche 'o scaraffone è bbello a mamma, ma io sono il papà, no? ;-)

mercoledì 27 ottobre 2010

Sono giustificato!

Io lo strozzo...
Giuro, io lo strozzo e poi strozzo anche quella complice di sua madre!
Sono certo, qualunque giudice mi darà ragione, complimentandosi anzi per il bene reso all'umanità...
Colpevole di attacco coronarico, spalleggiato ed istigato dalla febbricitante (ma non è una attenuante...) madre.


Premessa: entrando nel nostro appartamentino, appena dentro a destra c'è il bagno. Porta normalmente aperta per consentire ai due felini l'accesso alla lettiera.

Se, quando torno, la porta è chiusa, significa che il pistacchio è in luna buona e vuole farmi lo scherzo; mi inginocchio, apro la porta e ridiamo come due pazzi. Scherzo riuscito!

Ma oggi...
...oggi mi inginocchio, come da rituale, apro la porta e - nel buio - ho una visione che è un deciso attacco al mio povero apparato cardiocircolatorio!
Qui sotto c'è la versione riprodotta alla luce, in sala, ma immaginatela inattesa, al buio, vagamente fosforescente...

Allora, li strangolo o no???

lunedì 25 ottobre 2010

La prima volta....


E' capitato a tutti, credo...

La mitica "prima volta", che non sai bene come gestire.

Tra l'altro, "lei" te la annuncia poche ore prima e tutte le prove fatte in bagno, davanti allo specchio (non negatelo!) diventano pura teoria, inapplicabili nel reale.E' evidente...

Ciliegina sulla torta, scatta l'"ansia da prestazione": sarò in grado?

Non ci sono risposte: bisogna buttarsi. D'altronde, in molti ci sono passati e hanno superato la prova...


La "scusa" femminile è delle più classiche: mal di testa, aggravato da (innegabile) raffreddore.
...vabbé, oggi a prendere il cucciolo a scuola ci va il papà!

La strada è breve, ma intensa: come reagirà? Abituato alla mamma, e a lei attaccato come una cozza, riuscirò a staccarlo dalle sgrinfie di una dolce ed affabile educatrice e portarmelo via?

Il sorriso stupito con cui il pistacchio mi accoglie è di buon auspicio; la maestrina (pardòn, l'educatrice) si presenta dolce e sorridente ma me la filo molto poco: devo vedere il manufatto che il cucciolo ha realizzato con una malefica pasta auto-essiccante; per fortuna, un cartellino "spiega" il soggetto: ora che conosco il titolo, capisco l'opera d'arte: mio figlio è un grande! (Grazie, educatrice!).

Usciamo sotto la pioggia, una grondaia rotta scroscia con abbondanza e ottengo che il pistacchio si allontani dal muro, evitando di infracicarsi.

Non passano venti metri: ci fermiamo, ci guardiamo negli occhi, lui capisce e ghigna; torniamo indietro di corsa e passiamo sotto quella imperdibile doccia, ci godiamo il forte rumore dello scroscio sull'ombrello! "Qui piove tanto", commenta divertito il pistacchio.
Sono un uomo felice...

Dalla scuola a casa incrociamo altre due gronde malfunzionanti, ma nessuna della medesima potenza della prima.
Peccato.
Sono divertenti comunque.

Arriviamo a casa, umidi ma felicemente complici...

lunedì 18 ottobre 2010

Due mesi... un'eternità!!!



Sembra facile....

Mi ritrovo, a 40 e rotti anni (per dignità non entro nei dettagli...) a condividere gli spazi con Pippi Calzelunghe, Anika e Tommy... oltre a un cavallo bianco, una scimmietta eccetera!

Credevo di aver raggiunto il punto in cui ci si acquieta, nella normalità... 'sto par di ciuffoli! Ogni giorno c'è una novità, ma non il tempo per condividerla.

Mi sono fatto una convinzione: il pistacchietto ha, in questi due mesi scarsi, assimilato. Senza esternare più di tanto.
D'improvviso, complice probabilmente la scuola d'infanzia (si, insomma... l'asilo!), è esploso: cerca di creare frasi complete e - come può - declina i verbi: l'altro giorno, ingenuamente, gli ho chiesto: "posso?".
Fanculo ai verbi irregolari! Mi ha risposto: "Possi". Dal suo punto di vista è corretto, no? La prossima volta gli dico "Passo?".

E' uno spasso, quando Maria riesce finalmente a metterlo a letto (deve addormentarsi rigorosamente con lei) non c'è tempo per altro: brasati, ci appropinquiamo al letto anche noi e sprofondiamo, esausti, tra le braccia di Morfeo.
Ci prepariamo ad una nuova, estenuante ed emozionante giornata.

Nessuno, nessun servizio sociale né Ente, può preparaci ad essere genitori.
Lo diventiamo, d'improvviso e minuto dopo minuto, con fatica e gioia, con tutta la nostra superabile incapacità.
Genitori si diventa. Non è facile ma è bello, molto bello.

...E poi, Homer Simpson è un valido modello, doh!

mercoledì 13 ottobre 2010

Scuola dell'infanzia...


...ma non era più semplice, come ai miei tempi (subito dopo il giurassico, girare a destra, avanti per qualche secolo e ci siete), parlare di "asilo"?
No, dico... anche per il pistacchio: in Italia da meno di due mesi, non riesce ancora a dire bene "scuola", la esse gli rimane in gola! E se mi soffoca? "Asilo" era più facile...

Ci va volentieri, è stato ben accolto da maestre (rectius: educatrici) e dagli altri bimbi (che non so come si chiamino, ora...). I primi due giorni ha fatto un pò il pistacchio solitario, con grande preoccupazione della mamma; poi, si è adeguato all'ambiente.

Speravo che la scuola lo stancasse, invece... crolliamo prima noi.
Stasera ha chiesto (e ovviamente ottenuto) di vedere i Blues Brothers (è o non è un mito?!?) e, con gran gioia della famiglia del piano di sotto, abbiamo ballato come pazzi al ritmo di Freedom e Row Hide. Stand By Your Man è invece un lento...

Ciliegina sulla torta, ha voluto che tutti insieme ci lavassimo i denti; un pò stretti (il nostro unico bagno sarà anche lungo 4 metri,ma è "largo" 1,30 e c'è un solo lavabo), ma ce l'abbiamo fatta! Meglio del Cirque du Soleil, per intenderci...
E' comunque un passo avanti, visto che il pistacchio continua a volere solo ed esclusivamente la mamma per l'addormo (e mamma non è contenta...); ma ogni tanto "scopre" il gusto di essere famiglia.
Da un pò di tempo ci chiama, ogni tanto, per nome. Oggi, ho introdotto il concetto di "figlio": Maria = mamma, Marco = papà (equazioni già assodate e sedimentate); allora, Pheara = figlio!
Il ruolo dei gatti non è ancora chiaro: avete idee?

lunedì 4 ottobre 2010

"Qui" da un mese...

Occhei, lo sapevo.
Si chiama "complesso di Edipo": i maschietti si attaccano alla mamma, le femminucce al papà.
Fortunatamente, il pistacchio è un maschietto: se lo puppa la mamma.
Però, mi aspettavo che ci fosse un limite!

Infatti, ieri mamma l'ha messo a letto e si è allettata pure lei; passano dieci minuti e una flebile vocina chiama: "Papà!".
No, non era la mamma... era lui, il pistacchietto!

Sono le dieci di sera, caccio indietro il "magone emozionale" e mi fiondo in cameretta; pallido tentativo di farlo dormire... mi sogghigna e, con sguardo complice, si alza.
Ci troviamo sul divano, a vedere (da soli, in maniera molto maschia, stile "bottiglia di Ceres in mano") la fine di un film (il sequel di Sex & the City, il che la dice lunga!); per me è la prima volta, da quando siamo rientrati... (vedere la fine di un film, intendo).

Il mio braccio sinistro gli cinge le spalle... dopo poco LUI si sdraia... la testolina scende sulle mie gambe... mi prende il braccio e ci si avvolge, come in una coperta.... ci siamo! Sono "ufficiale"!!!
Pochi minuti e gli propongo il letto; va bene, torniamo in cameretta; lui si corica e, tempo dieci secondi, inizia a urlare "mamma!".

Le ho provate tutte.
Logica: la mamma sta dormendo, quindi dormi anche tu.
Minacciosa: se non la pianti ti sculaccio, almeno piangi per qualcosa! (Telefono Azzurro permettendo...)
Dolce: cucciolo, non fare così, dài!
Ricattosa: ma davvero vuoi svegliare la mamma? Perché vuoi disturbarla??

Ha vinto lui, la mamma è stata svegliata e (incazzosa) si è di nuovo addormata nel lettino del pistacchio fetido...

A volte penso, con un pò di malincomia, a quando ero single... ma ora sono molto più felice (e più stanco, suvvia, ammettiamolo!).

Va bene così, quale single conosce per intero la sigla di Pippi Calzelunghe :-) ?

martedì 28 settembre 2010

Lavoro

La tentazione è forte: "chiudo" la partita IVA come commercialista e la riapro come papà!

Si, occhei, ma... poi... a chi fatturo? E, soprattutto, chi mi paga?

lunedì 27 settembre 2010

Dopo un mese

A casa da un mese e ancora non ho strangolato il pistacchio. Mi sembra un positivo...

Non ho nemmeno affogato la mamma... anche questo è un fatto positivo, no?
Eppure la vasca da bagno è bella grossa!!! E qualunque giudice mi avrebbe dato ragione, credetemi...

A dire il vero, non ho nemmeno sparato (per ora...) ai burocrati che ostacolano l'inserimento alla scuola materna, e questa - forse - non è una buona cosa...

La scorsa primavera non venne accettata la pre-iscrizione: "Non si sa nulla: quando arriverà il bimbo? Ce l'ha gia il codice fiscale? La tessera sanitaria? Non credo... Ma non si preoccupi, per le adozioni è tutto più semplice!"

Siamo rientrati dalla Cambogia, fatti codice fiscale e tessera sanitaria in tempi record: "Ehhh, signora mia... ma Lei non mi ha fatto la pre-iscrizione!"
Cheffai, non t'incazzi?? Almeno un pochino, suvvia....

Quello che mi frega e mi rasserena, in tutto ciò, è il suo sorriso, i suoi abbracci e i bacetti che mi dà all'improvviso... fa finta di darmi un cazzottone, si ferma, ride e parte con un bacetto.
E il papà, inesorabilmente, si squaglia...

...insomma, tutto stupendo! Un giorno vi racconterò meglio.
MB

sabato 4 settembre 2010

3 settembre - il ritorno, primo approccio con l'Italia

Milano, finalmente...
L'avventura cambogiana (con scalo tecnico in Thailandia) si è conclusa, da una settimana ormai.
Purtroppo! Adesso, inizia la vita vera... ;-)

Appena arrivati, l'infame pistacchio ha preso possesso della sua cameretta e, in applicazione di qualche oscura proprietà traslativa di platoniana memoria (Miii!), ha esteso la sua dominazione a tutti e 80 i mq di casa B., con effetti invasivi devastanti: si salvano il pc di papà e l'impianto stereo. Per il resto, è campo di battaglia, invaso da palle, palloncini, macchinine, ciabattine, mutande, magliette, camioncini, mutande (ancora, si...), biglie, mattoncini lego...

Il telefono squilla in continuazione, mamma Maria mi impone di rispondere e poi si inca@@a perché sono sempre al telefono; il cucciolo d'uomo è innamorato de L'Era Glaciale (1 e 2, già visti un paio di volte) ma riesco a fargli sorbire i Blues Brothers (si chiama "educazione al bello"), con successo.

Apprezza i maccheroni; ogni 2 x 3 va in balcone e si strofina le dita su una foglia di basilico: gli piace il profumo...

Gli piacciono i piselli, la patata (nel senso del tubero...) gli va bene, non impazzisce per la piadina e l'anguria lo soddisfa. Sbarella per le arachidi. La pizza (quella bassa) è accettabile.


Detto tutto questo, c'è anche una notizia positiva: mi è arrivata da pagare la rata di spese condominiali, 100 euro in meno del previsto.

...fatemi tornare in Cambogia!!!!

martedì 31 agosto 2010

Velone???

...non so cosa ne pensiate, ma se mia madre volesse partecipare a Velone le farei fare Riccione - Milano a calcinculo!!! E di gusto...

27 agosto - back to Italy!

Ieri mattina siamo atterrati a Malpensa, dopo una notte (per quanto mi riguarda) pressoché insonne, a base di Tetris...

All'uscita, dopo lo svolgimento delle pratiche burocratiche (meno pesanti di quanto si dica), mio cognato: cooptato da Maria, alle 7:30 è in aeroporto con moglie (gravida...) e figlio di 4 anni scarsi.
Suo compito sarà quello di portarci a casa, lasciando moglie (gravida, ripeto...) e figlio al treno per Milano Cadorna. A suo figlio la cosa non piace...
Noi, in macchina: personalmente, viaggio con un passeggino in braccio (non è comodissimo...) ma arrivo fin sotto casa. C'è anche parcheggio, in questa ultima settimana di ferie collettive.

L'aereo ha un pò di ritardo e nell'attesa Guido (il cognato) conosce Sandra e Gianmatteo che, malgrado le mie minacce, sono venuti ad attenderci, con San appresso. Secondo me non avrebbero dovuto, però mi ha fatto molto piacere! San, poi, è una teppa che mi dà soddisfazione... Ghigna sempre!!!!

In aeroporto, riusciamo anche ad incrociarci con la CamboNonna Wilma, in partenza per una settimana in Terra Santa; gli inservienti aeroportuali hanno dovuto fare gli straordinari, per asciugare le lacrime copiosamente sparse dalla neo-nonna...

domenica 29 agosto 2010

24 agosto - tappa a Bangkok

Ieri, strascico della "giornata del papà", tutto coccole e moine, sorrisetti e bacetti: cosa vorrà in cambio, la piccola serpe?

Stamattina, aereo per Bangkok; una delle referenti, dopo due chiacchere in khmer, riferisce che il cucciolo ha capito che è il primo di due voli, con destinazione "casa".

E' il suo primo volo, non è facile (anzi: non ce la facciamo proprio...) tenerlo seduto durante il decollo, mentre con gli occhi sbarrati vede la terra allontanarsi sempre di più: "Ohhh...!"

Pomeriggio, ambasciata.
Credetemi, i film ci prendono in giro: l'ambasciata italiana a Bangkok è piuttosto triste; però sono gentili e tempo un paio d'ore torniamo in albergo.

Tra viaggio e ambasciata, il pistacchio è stremato.
Si addormenta presto, troppo presto... e alle 21 ci troviamo a scarrozzarlo nell'unica attrazione nei pressi dell'albergo: un centro commerciale stile americano, Burghy ("drive-away", o come cavolo si chiama...) e market 24h, gelateria e sala massaggi, steak-house e sushi bar... e un pistacchio assonnato che strilla come un ossesso!

Tremo, pensando al volo di domani notte...

venerdì 27 agosto 2010

21 agosto

Stranamente, al pistacchio piace girare per musei: cosa capirà...
Certo, si stanca presto, ma oggi si è goduto anche Palazzo Reale.
A onor del vero, la parte che gli piace di più è il trasferimento in tuk-tuk!

Nel pomeriggio, ho abbandonato la truppa per visitare il famigerato S21.
Agghiacciante...

Dopo cena, quattro chiacchere con Padre Mario, padre del PIME da 10 anni in Cambogia. Casualmente, in questo periodo sono venuti a trovarlo il fratello con la famiglia.
Avrei voluto sapere di più sulla sua esperienza, ma quel buffone di mio figlio ha concentrato tutta l'attenzione su di sé... Secondo P. Mario, in mio cucciolo d'uomo potrebbe avere qualche gocciolina di sangue cinese (o giù di lì). Comunque sia, siamo tutti d'accordo: è venuto proprio bene! Maria, guardandolo dormire la prima sera, ha sussurrato: "Se lo facevamo noi, non veniva così bene!". Lo so, l'ha scritto anche Trilly nel forum, ma dopo! Colpa mia che ho riportato l'affermazione in ritardo.

P. Mario è soddisfatto della nuova legge, secondo lui c'era un business pauroso dietro le adozioni.
Ci dice anche che in questo periodo è sommerso di telefonate di italiani che sono a PP per l'adozione: buon segno!


Da stasera, il calendario di casa B. potrebbe essere modificato: tra il 20 e il 22 agosto si potrebbe trovare, in futuro, il 19 marzo...
Il pistacchio era in bagno con la mamma, per la serale "operazione dentini". Attraverso la porta, mi ha visto riflesso allo specchio e ha iniziato a sghignazzare come un matto al grido di "Ciao mamà! Ciao Pheara! Ciao papà!", poi sul letto ha guardato un pò di cartoni con me e ogni tanto mi schioccava un bacino. Spontaneamente, senza richieste...
Doh, mitico!

sabato 21 agosto 2010

20 agosto - ritorno dalle suorine

Stamattina, siamo tornati dalle suorine.
Il che significa, in altre parole, spostare un tot di kili di sapone... Per fortuna, i guidatori di tuk-tuk non sono così formali come le hostess ai terminal dell'Alitalia, però sono più venali e infingardi: 500 metri di strada, richiesta 3 dollari!
Visto il carico, ho rilanciato 2, subito rimpallato a 2,50.
Rifiuto, faccio per allontanarmi, il vile accetta i 2 ma, giunto a destinazione, ci riprova con 2,50.
Sta per scattare un poderoso "vaffa" ma poi gli ricordo che sono appena arrivate nuove coppie Cifa, nostri amici... nuovo lavoro... l'infamone accetta i due dollari.

Pheara stavolta non è intimorito, sale di buon grado al 1° piano dove i bimbi stanno mangiando (ma mangiano sempre???), ci aiuta trascinando un sacchetto un gradino dopo l'altro...
Sister Jedidiah ci accoglie, con uno dei suoi sorrisi dolci e disarmanti, ci chiama per nome.

Le suore sono pur sempre come i preti, ma al femminile, quindi cerca di fregarsi anche il borsone che ho usato per la roba più pesante: "Questa serve a voi, vero?". Stavolta le è andata buca.
Non ha però capito che anche gli altri 4 sacchettoni sono per loro... quando lo capisce, mi perdona per il borsone: non dice nulla, ma è evidente.

Arrivano tre persone (giapponesi?), parlano con lei.
Abbandonato a me stesso, incomincio a guardarmi in giro meglio della volta precedente.
C'è un'altra suora che, aiutata da due o tre donne cambogiane, accudisce i piccoli ospiti.
C'è anche una biondina (c'era anche la volta precedente), a occhio non raggiunge i 25 anni. Sembra americana.
Maria gira tra i bimbi, Pheara pure.
Io guardo e, stavolta, vedo.

I bambini con problemi sono tanti. Perlopiù psichici, ma non solo.

E' vispa, ha un musino dolce e sorridente, continua a dire "ciao" agitando i due moncherini che ha al posto delle braccia (su uno ha un piccolo ditino con il quale riesce a mangiare da sola). Una gamba è ridotta sopra al ginocchio, l'altra sopra alla caviglia (non riesco a descriverla meglio, ma non è questo ciò che importa). Cammina, mi gira intorno. E' così bella...

Sister Jedidiah mi dice che ha 7 anni, poi mi snocciola una serie di età dei suoi piccoli angeli. Più di uno è "allettato".

Su un mobile vedo quelle che probabilmente sono le protesi della dolce bimba.

Sister Jedidiah, conscia che la mia comprensione dell'inglese lascia a desiderare, mi fa capire di darle una mano a spostare i tavoli su cui i bimbi hanno mangiato.

...non vedo più Maria!
Il locale è piccolo, la trovo immediatamente, dietro un paravento; mentre io mi guardavo in giro, è scattata l'ora del bagnetto e Maria, a fianco della biondina, sta asciugando un micro-teppistello sghignazzante. La raggiungo e vengo avvolto dall'umido abbraccio di un altro nanerottolo, appena uscito dal lavatoio: come non prenderlo in braccio?

Tutto è perfettamente organizzato: una lava, una asciuga, una veste. Maria si è intrufolata nel "sistema", per quello che può.
Nel reparto asciugatura, qualcuno rilascia un "umido" giallognolo e non desiderato... scatta l'allarme.

Phearà, fino ad ora, ha accettato di vedere mamma e papà alle prese con altri bimbi, ma ad un certo punto ci fa garbatamente capire che quando è troppo, è troppo!

E' il momento di defilarci, anche perché - forse - siamo più d'impiccio che di aiuto.


Usciamo dall'istituto e raggiungiamo in albergo le altre coppie Cifa, arrivate da poche ore. Qualcuna la conosciamo, altre no. Iniziamo a snocciolare consigli ed esperienze su PP, siamo qui da 21 giorni, siamo quasi esperti (anche se molto è merito dei primi consigli avuti da Gianmatteo)!

Realizzo che tra pochi giorni partiremo: un pò mi spiace, mi sto assuefando a questa città...

venerdì 20 agosto 2010

19 agosto

Sono passati quasi 20 giorni, visto l'andazzo pensavo che - ormai - rimanesse poco spazio per nuovi sentimenti e nuovi stupori. Pensavo...!

Accade di ogni, soprattutto quando parla in khmer con qualcuno che poi ci traduce.
Ieri, è venuto fuori che vuole bene alla mamma, ma non al papà (l'ha detto alla commessa di un negozio); l'avrei strozzato... l'ha salvato un colloquio (di cui non conosco i contenuti) durante il quale un signore di mezza età ha detto "papà" tra una parola khmer e l'altra... e lui, sorridendo, ha indicato me. WOW!

Da quanto ho capito, un bimbo non può chiamare per nome un adulto; così, tutti gli uomini sono pa e tutte le donne sono ma; poi, la mamma è mae (e può diventare maemà, o mama) e il papà è pae (paepà o papa).

Mae lo si sente spesso, da queste parti nella stanza 606; pae un pò meno... Ma poco importa, a volte lo dice (quindi, ci sto dentro...). E poi mi somiglia nelle piccole cose: ha i piedi prensili, con l'alluce più corto dell'indice... mentre si addormenta sfrega i piedi tra loro... la mattina ci mette mezz'ora per "carburare" però poi apre la ciabatta e non lo zittisce più nessuno. Rigorosamente in khmer, però si fa capire.



Ieri siamo stati al Museo Nazionale; Maria era titubante ma ho insistito per non portare il passeggino.
...un successo! Camminava tra teche e reperti di vari periodi, buddha e naga, scimmie combattenti e steli finemente (e fittamente, se si può dire in italiano) incise un migliaio di anni fa.
Io mi sono un pò pentito di non aver studiato la storia, lui guardava interessato.
Ovviamente, dopo un pò si è stancato ma ha tranquillamente atteso con mamma che io finissi (o quasi...) il giro di una mostra temporanea sul Mekong e sulle civiltà che si sono sviluppate lungo le sue rive (il Mekong parte dalla Cina e "tocca" Laos, Thailandia e Cambogia).

Dopo pranzo, in un negozietto "equo solidale" è riuscito, come al solito, ad "attaccare bottone" (e a farci spendere un discreto numero di dollarini...avrà capito che servono ad aiutare la sua Terra di origine?). Nel giro di 10 minuti mi sono ritrovato tra le braccia un poppante cambogiano di pochi mesi (ma tanti chili... quanto pesava!) mentre la madre tentava subdolamente di rifilare a mio figlio ogni genere di pupazzetto a forma di elefante, fatto in costosissima seta, e la titolare mi distraeva raccontandomi in un inglese perfetto (fin troppo perfetto, per le mie capacità) di alcune opere sociali in Cambogia. Un complotto? Non so, comunque me la sono cavata, ho restituito il piccolo lottatore di sumo e sono uscito dal negozio con dignità...



Stamattina, una referente Cifa ci ha accompagnato a un "loro" mercato: spesa per le suorine.
Pheara sta con le nostre referenti con tranquillità, loro se lo coccolano. Capisco che in questo periodo non è stato abbandonato a se stesso.

Avete mai provato a trascinarvi dietro, oltre a un pargolo che parla solo khmer, circa 35 kg di detersivi vari, un paio di chili di biscotti, oltre a un discreto numero di merendine e chupa chups, contrattare il prezzo con il tuk-tuk, spiegargli dove è il vostro hotel, caricare tutti quei chili su un trabiccolo trascinato da uno scooter che - quando va bene - è un 110 di cilindrata? E' un'esperienza che chiunque dovrebbe fare. Educa... ;-)

Meno male che avevamo una supporter!

martedì 17 agosto 2010

16 agosto - "quei" momenti che...



Ci sono momenti, nell'arco della giornata, in cui mi fa venire voglia di tornare in tutti i miei precedenti post e modificare, cancellare là dove dico che è buono e dolce.

Ci sono momenti in cui sono io a pensare "Com'è che si chiama quello del primo piano? Erode? Chissà che numero di stanza ha... mò lo chiamo!".

Ci sono momenti in cui ricordo mia madre che urlava "io ti ho fatto, io ti disfo!", ma poi penso che nel suo caso non è applicabile.

Ci sono momenti in cui arrivi a pensare con invidia alle tecniche di quelle studentesse americane che fanno le baby sitter (ma loro c'hanno a disposizione una cucina con forno a gas...).

Ci sono momenti... che passano in fretta.
Pochi istanti, quasi volesse metterci alla prova.
Pochi minuti di stizza selvaggia (ma finora mai più di trenta - ben al di sotto del minimo sindacale).
Poi, ti guarda con quegli occhioni scuri, profondi e furbi, un sorrisetto ammiccante e una delle sue smorfiette che ti squagliano...
Allora dovrei ripristinare i post modificati, perché andavano bene "in originale". Meglio non modificare nulla.
Ma così non vale, fetentino! Come si dice a 10.000 km da qui, sei un pò figgh'i'androcchia!

Intanto, fuori, l'umidità è alle stelle: se hai problemi ai bronchi, qui l'aerosol non serve...

domenica 15 agosto 2010

14 agosto - il ristorante dei bimbi di strada


Stasera va così... dopo una videochiamata con Antonio e Loredana da Città di Castello (nel corso della quale il cucciolo si è preso un sacco di complimenti e sono state scambiate benevole linguacce), in camera nostra sembra di essere nel '45, con la sirena di allarme - attacco aereo... siamo al sesto piano, dal primo piano ha già chiamato tre volte un certo Erode, chiedendo del mio cucciolo ma, malgrado tutto, ho negato.


Dopo la pioggia di ieri, l'umidità è alle stelle e il sudore avviluppa i corpi fino a quando non si entra in un qualsiasi locale con aria condizionata, nel nostro caso un bar dal cui condizionatore fa capolino un terrificante "18°"; in un attimo, per una misteriosa reazione chimico-fisica, il sudore si rapprende creando un effetto domopack sulla pelle: inizio a capire come si sentono gli avanzi di cibo nel frigorifero...


Stamattina siamo tornati al ristorante per i bimbi di strada, una realtà dove i bimbi trovano una doccia e un piatto caldo prima di andare a lavorare (se ho capito bene, raccolgono lattine e cose così).
Oltre a noi, c'era solo un'altra mamma: i tre referenti erano quindi a totale disposizione, momento ideale per chiaccherare tranquillamente.
In questa struttura, da febbraio ad oggi sono stati somministrati più di 17.000 pasti (non è un errore di battitura), una media di 80 pasti al giorno, con "picchi" di 150.

Questi cuccioli d'uomo che abbiamo incontrato sono incredibili, sorridenti; ci hanno accolti ringraziandoci per essere lì da loro, figuratevi cosa è successo quando sono spuntati fuori chupa chups, caramelle e biscotti! Ad ogni mia smorfia buffonesca (non lesino, in questo...) era uno sghignazzìo divertito ma composto. Quasi tutti: qualcuno ha sulle spalle un fardello che impedisce di gioire, "a prescindere".
Alcune bimbette più grandicelle tagliano le unghie ai più piccoli, due metri più in là altri lavano i piatti, l'giene lascia forse a desiderare ma questi pochi metri quadrati mi sembrano un grosso punto di riferimento, per loro.

Abbiamo chiaccherato con i referenti delle varie iniziative umanitarie esistenti in Cambogia, non solo "legate" al nostro Ente, ed è emerso che purtoppo accade che dietro le mentite spoglie di una associazione no profit si celino personaggi quantomeno discutibili, per i quali il no profit è diventato un pallido ricordo. Cicero pro domo sua... Questo mi rattrista, soprattutto se detto in un contesto di povertà dignitosa come quello in cui eravamo.


Pheara, che di per sé è di natura socievole, con i referenti è addirittura affettuoso, si tocca con mano che in questi anni lo hanno seguito.
Ad un certo punto, ha detto qualcosa; la referente ci ha tradotto il suo dolore per quei bimbi più sfortunati di lui, perché lui ha due genitori che sono la sua luce... (non ricordo le parole esatte, ma senz'altro ricordo "parents" e "light"). E' tosto, il pistacchio!


Stasera a cena abbiamo imparato che per un cambogianino di 3 anni e mezzo l'approccio con la pasta è meglio che avvenga sotto forma di maccherone; assolutamente sconsigliato lo spaghetto.


L'allarme ora tace, Erode ha smesso di telefonare, è tempo che raggiunga Maria sotto le coltri del rifugio aereo dove lei già da un pò si gode un meritato riposo...

sabato 14 agosto 2010

venerdì 13 agosto 2010 - le suorine

Stamattina, siamo andati a cercare le suorine di Madre Teresa, hanno un istituto molto vicino al nostro albergo.
Ho l'indirizzo, chiedo a destra e a manca... nessuno ne sa nulla, addirittura ottengo indicazioni devianti (in maniera spudorata, col sogghigno).
Non demordo.
Pochi minuti e le troviamo (Maria mugugna un pò per questo sù e giù lungo il Monivong Boulevard).
Riesco a spiegare alla suora che ci apre: l'amica di una mia amica (di cui non so praticamente nulla) ha adottato un bimbo con loro, tempo fa... Lei ci invita a salire al 1° piano, dove c'è la suorina che se ne occupava.
Pheara "sente" odore di istituto, non vuole entrare, non vuole nemmeno scendere dal passeggino. Ci vuole qualche minuto (io stavo ormai rinunciando) quando si abbarbica alla mamma e decide di fidarsi.
Saliamo.
E' ora di pranzo.
Sister Jedidia ci accoglie, colta alla sprovvista, con le mani sporche di riso (è ora di pranzo), iniziamo a chiaccherare. Si ricorda di quella famiglia, di quel bimbo.
Mentre parlo con lei, mi guardo intorno e tengo d'occhio mio figlio.
I bimbi dell'istituto sono 23, perlopiù piccoli; molti con problemi fisici (evidenti) o psichici; qualcuno è in attesa di abbinamento.
Ci ronzano intorno, Pheara sembra abbia superato la diffidenza iniziale, permette addirittura alla mamma di prendere in braccio un bimbetto mentre lui si aggira tra gli altri. Il tempo vola, in un ambiente decisamente meno piacevole dell'istituto in cui è cresciuto Pheara ma in cui regna una serenità rappacificante.

Il motivo reale della visita non è "portare i saluti" di una coppia ma cercare di aiutare. E' con un pò di imbarazzo che chiedo a sister J. come possiamo farlo (so che soldi non ne vogliono); lei è molto più serena: declina l'offerta di riso, hanno bisogno prevalentemente di detersivo e ammorbidente.
"Solo questo?" chiedo (sempre con imbarazzo); "dipende da te", mi risponde con un sorriso dolce e disarmante.
Aggiungiamo detersivo per i pavimenti e biscotti, "con la crema, quelli secchi ne mangiano uno e poi basta!"

Al momento di uscire, getto l'occhio su mio figlio: è tranquillo, si sente protetto.
Fatti 200 metri, festeggiamo insieme con un "cocco da bere" che lui apprezza molto.


Pomeriggio, visita medica: Maria ha notato una macchia alla base del pisellino e non è tranquilla.
Occhiata generale, tutto bene, il mio fustacchione è 95 cm. x 14 kg, rientra nei parametri.
Ha due punture d'insetto, probabilmente formica, una sulla punta del pisello e una alla base. Pomatina.
Gli danno fastidio, se lo gratta... Ci credo, povero figlio mio!

Alle 17:30, vado in farmacia per la pomata e, in contemporanea, il cielo si ricorda che siamo in periodo monsonico.
Non esagero: 10 cm d'acqua nel giro di pochi minuti. Una pantegana da 15 cm coda esclusa attraversa la strada, forse è un'allucinazione ma per un attimo mi pare abbia maschera e boccaglio...
Tuoni e fulmini, fuga in albergo con un tuk-tuk (il taxi cambogiano: una carretta trainata da uno scooter) che mi ruba 2 dollari per 500 mt. di percorso (la tariffa ordinaria è 3 dollari per attraversare mezza Phnom Penh); Pheara mi attende sulla porta della camera e quando mi vede mi salta al collo ridendo come un matto... Sono fradicio (qui, quando piove, piove!) ma siamo tutti felici. Altro che la famiglia del mulino bianco!

venerdì 13 agosto 2010

Cronache da Siem Reap


Qualche giorno senza internet, ma sono comunque riuscito a compilare il mio diario quotidianamente: non voglio perdere nemmeno un'istante di questo primo periodo genitoriale, il primo e il più strano, perché "giocato" in trasferta.


08/08/2010

Il viaggio per Sieam Rap (Templi di Angkor) è stato tutt'altro che leggero: la durata prevista, 6 ore compresa la sosta al ristorante, si è allungata di oltre due ore; Maria, che già era titubante sull'opportunità di questa "trasferta turistica", ha avuto qualche attimo di sclero - anche perché il pullmino che ci ha trasportati era ad alta densità abitativa e il condizionatore, poveretto, ha avuto il suo bel da fare.
Il cucciolo, invece, si è comportato con estrema dignità, senza eccessivo nervosismo e godendosi le arachidi bagnate (si spera non nell'acqua del Mekong...), acquistate durante una sosta e che ha dimostrato di conoscere bene (quando le ha viste, gli si sono illuminati gli occhi) e di apprezzare.

Probabilmente, per lui il concetto di valigia non esiste ( meglio non esisteva) quindi, quando ci siamo preparati per la trasferta non ha avuto alcuna reazione.
Per lui, la camera di albergo a Phnom Penh equivaleva alla casa ("tia", come dice lui), qualsiasi cosa vi accade dentro pare normale.
Quando siamo arrivati a Sieam Rap, in albergo, davanti alla porta della nuova "tia", ha avuto un attimo di perplessità... Corrucciato, ha scosso la testa: non voleva entrare, non era "tia", quella.
Ci è voluto comunque poco: entrati noi, ci ha seguiti e nell'arco di pochi secondi si è ricreato l'equilibrio: "tia" non sono quattro mura, "tia" sono mamma, papà e Pheara, non importa dove.
Almeno, io ho avuto questa impressione...



09/08/2010

Devo ammetterlo: Maria aveva ragione; i templi sono troppo.
E' anche un'età balzana: più piccolo, lo avrei tenuto in braccio senza problemi; più grande, sarebbe stato più autonomo. E' un'età intermedia, l'avevamo già toccato con mano nella caccia all'abbigliamento: troppo grande per il reparto neonato, troppo piccolo per il reparto bambino.
Crescerà.

Tornando ai templi, Maria e Pheara sono tornati pressoché immediatamente in albergo (l'organizzazione CIFA è notevole...); io sono rimasto un pò ma, alla prima occasione, sono tornato in albergo da loro.
Pomeriggio, shopping.
E' quasi imbarazzante: la gente del posto ci chiede, sbiascichiamo in inglese una qualche spiegazione e subito si rivolgono a lui in khmer. E lui socializza facile, anche se - è sempre più evidente - il suo punto di riferimento siamo noi, ogni istante di più.


10/08/2010

Non ho visto Tomb Rider ma credo che lo noleggerò al più presto, per vedere il tempio "avvolto" dalla giungla che ne è stato il set ed è qui, a pochi km da me ma che ho scelto di non visitare.
Maria mi ha più volte detto che, se volevo, potevo andarci: per una mattina sarebbe riuscita a gestire il piccolo. Ma era chiaramente una concessione sofferta (e che sottintendeva probabili ripercussioni...).
Inoltre, non sono qui per turismo; se riesco a vedere qualcosa con la mia famiglia, è tutto un di più.
Quindi, stamattina mi sono goduto mio figlio in piscina: mitico!

Oddio, 8 ore di pullmino per venire, altre 8 per tornare, otre a 650 dollari: per un paio di ore in piscina forse è un pò eccessivo... Però nell'albergo di Phnom Penh la piscina è chiusa per lavori, quindi...

A mezzogiorno, pranzo al ristorante.
Oltre ai bambini che cercano di venderti braccialetti e cartoline (e ci riescono... come dai retta a uno salta fuori tutta la banda! Non è accattonaggio, è libero mercato: ti propongono oggetti assolutamente inutili ad un prezzo spropositato, ma con una simpatia che ti frega... Vabbé che dieci dollari non sono una gran cosa, ma mo' che me ne faccio di tutti quei braccialetti???) ci siamo scontrati - almeno credo - con le vittime delle mine anti-uomo: almeno un paio di adulti mutilati, un ragazzetto senza una gamba, un uomo cieco col volto sfigurato e segni di ustione sulle braccia, accompagnato e guidato da un ragazzino (il figlio?). Straziante...
Pheara si è tirato in piedi sulla sedia, guardando questi personaggi allontanarsi. Apparentemente non con morbosa curiosità né disgusto o altro. Li ha osservati, stop. Non ha detto nulla e se anche l'avesse fatto non l'avrei capito; e anche capendolo, qualsiasi cosa avesse detto cosa avrei potuto rispondere?

Ho imparato la lezione: mai più tavoli in strada!

Pomeriggio: ancora piscina (devo ammortizzare i 650 dollari!).
Pheara si è lanciato con un padre più bravo di me a gestirlo in acqua ma, dopo pochi minuti, mi ha cercato; dimostra sempre di più di capire, accettare e apprezzare il nostro legame.

Lo adoro, anche se la sera devo far finta di dormire anch'io sennò lui non va a letto (Maria gli canta pure la ninna-nanna... rischiosa anche per me) e poi mi ritrovo in terrazza, al buio e circondato da zanzare piccole ma cattive come Pol Pot, a scrivere per non dimenticare, un domani, questa incredibile ed eccezionale avventura.


11/08/2010

Ho un figlio da cucco...
Ovunque vada, le donzelle lo guardano e iniziano a parlare con il papà... ;-)
...se non altro, mi sto creando la scusa per non accompagnarlo io all'asilo!

E' sempre più socievole, cerca di chiaccherare con tutti ma alla fine il suo riferimento siamo noi.
Stiamo vivendo in pochissimo giorni un concentrato di quello che i genitori "bio" vivono in anni; è molto faticoso, ma estremamente gratificante.

Phearà non è uno da troppe smancerie, ma il contatto fisico lo cerca (quando vuole lui, però!); dà spazio agli altri, ma alla fine cerca noi.
Anche oggi, al mercato, abbiamo comprato alcuni oggettini; dopo le domande di rito (secondo quello che ormai è un classico: in inglese, io parlo e Maria capisce), le venditrici si sono rivolte a lui in khmer; abbiamo capito che gli hanno detto che noi siamo mamma e papà, lui ha annuito sorridendo tra mille smorfiette come solo lui sa fare e si è fiondato ad abbracciare Maria.

Per fortuna, i capriccetti sono pochi e rapidi, dettati perlopiù dalla stanchezza (e dal fatto di avere due genitori disgraziati... quanto dobbiamo imparare!).

sabato 7 agosto 2010

7° giorno...


2. Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. [Gen. 2,2]

Anche noi siamo giunti al 7° giorno ma, anziché riposarci, siamo andati al parco giochi: un'esperienza discretamente estenuante, anche in considerazione del fatto che il tempo (atmosferico) pare essersi dimenticato che dovremmo essere nella stagione delle piogge, quindi il sole ha martellato alla grande... Ma siamo stati abbondantemente ripagati, nella fatica (grondanti di sudore...) dalle risate di Pheara al termine di una scivolata nei tubi o alla discesa da uno scivolo (il più basso, ovviamente... cuor di leone!).

Nel pomeriggio, il tempo (sempre quello atmosferico) ha avuto un improvviso ricordo e ha fatto il suo dovere e, dopo un discreto acquazzone, l'umidità è insopportabile...

7 giorni con lui, 24 ore su 24, sarà così anche per le prossime 3 settimane.
L'intesa è pressoché perfetta (Beh, insomma, diciamo che ce la si cava); si sta bene, insieme... Sembra proprio fosse nostro destino, incontrarci. E' evidente che ai Piani Alti si sono dati parecchio da fare.
L'unico mio dubbio è come farò a ricominciare a lavorare a settembre, dopo questa full-immersion di piacevole fatica...

Dolce e affettuoso, (quasi) sempre sorridente, è comunque incontenibile, in perenne movimento; per fortuna, il pomeriggio fa il pisolino: è un emulatore nato quindi mamma si sacrifica e gli fa vedere come si dorme dopo pranzo, per quelle due orette.

Ha tanto bisogno del nostro affetto, così come noi del suo. Ci siamo trovati...

giovedì 5 agosto 2010

"Buona" la prima!

Dopo la prima sculacciata, le cose sono cambiate.

Fin dalla sera stessa (quindi oggi siamo alla terza sera consecutiva), al momento di andare a letto "scatta" il magone.

Non è un capriccio, assolutamente: è magone, con lacrima abbondante e singulti. L'unico rimedio è l'abbraccio di mamma, meglio se accompagnato dal canto corale dei genitori (qualcosa di "soft", decisamente cassati quindi i Blues Brothers - però potrei provare con Stand By Your Man!).

Incurante della moderna psicoanalisi (a proposito, si scrive "Froid" ma si legge "fruà"...), credo che la famosa "sculacciata" sia stata una sorta di interruttore: in quel momento , Pheara ha capito (perché vi garantisco che è intelligente... non perché è mio figlio: è veramente tosto!) che la sua vita era cambiata; non più una maman che, per quanto affetto potesse avere, era dedicata a una decina di cuccioli, ma una coppia tutta per lui.

E' però la mancanza di una certezza (la maman) a fronte di una incognita grossa come una casa (noi) e il conseguente sbarellamento: mi hai tolto da una certezza, come puoi dimostrarmi che mi offri qualcosa di meglio?

Durante il giorno è semplice, ha l'esclusiva su due adulti (credo che per lui sia una novità al pari delle scale mobili del centro commerciale, che peraltro ha affrontato con una dignità encomiabile). Ma quale garanzia che, durante la notte, 'sti due non spariscano e tutto torni come prima?

Il pistacchio ha gustato il miele (e le relative punture di api...) ed ha paura di perderlo.
Temo che i magoni serali si susseguiranno, con alti e bassi, finché non prenderà coscienza (almeno a livello epidermico) della definitività della sua (nostra) nuova situazione.

Devo tenere duro (e non è difficile: lo adoro!)

martedì 3 agosto 2010

La "prima"

Ecco, lo sapevo... Prima o poi doveva succedere...
Li ho lasciati soli pochi minuti e hanno litigato!
Maria voleva cambiare Pheara e vestirlo per la notte, lui non voleva e ha iniziato a fare il pazzerello, scagliando vestiti e suppellettili ovunque.
Non potendo ricorrere all'usuale frase "guarda che chiamo papà", Maria è ricorsa a metodi più tradizionali: un'amorevole sculacciata, cui è seguito, a quanto pare, un pianto irrefrenabile: io non c'ero, il tutto mi è stato riferito successivamente dalle due parti, ognuno nella propria lingua.

Al mio arrivo, le cose si erano ormai chetate: Pheara giochiucchia da solo con l'aria mesta da "guardate come sono buonino..." e Maria in preda a un leggero senso di colpa: pensa di avere esagerato, le viene il magone...

Conoscevo la depressione "post partum", ma quella "post sculacciatam" no!

Ma 'sti Servizi Sociali, invece di insistere con il lutto, perché non ce lo hanno spiegato? Una mamma bio arriva alla prima sculacciata dopo mesi (se non anni), quindi ha avuto tutto il tempo per metabolizzare; diversamente, una mamma ado ci arriva nel giro di pochi giorni, spesso mentre è ancora in quello stato di grazia tipico di chi ha appena coronato un desiderio coltivato e sofferto per anni.

Peraltro, sono convinto che questa sera Maria abbia guadagnato autorevolezza agli occhi di nostro figlio.

Forse freudianamente parlando ho scritto una enorme vaccata, ma...

lunedì 2 agosto 2010

Pensavo, prima di partire, a tutte le emozioni che avrei provato conoscendo finalmente il mio cucciolo, dopo oltre un anno di attesa con la foto "in tasca".
Pensavo a tutte le parole sentite, ai problemi e le difficoltà che il terrorismo psicologico dei servizi sociali era mio malgrado riuscito ad inculcarmi...
Invece, anche il secondo giorno è trascorso sereno; certo, c'è da sgridarlo, da contenerlo... ma le soddisfazioni che dà sono incommensurabili.
Chiunque di noi due l'abbia per mano, lui continua a voler vicino anche l'altro, che non si puà permettere di stare due passi indietro: Pheara si volta in continuo, ci vuole entrambi.
Chiaramente parteggia per la mamma (che, stronzetta, quando c'è da fare la "voce grossa" se ne esce con il più classici dei "guarda che chiamo papà", mentre lei gliele dà tutte vinte). Ma è già la seconda sera che si addormenta solo se lo "alletto" io: gli parlo, lo copro, due carezze e lui si acquieta; dopodiché posso allontanarmi e, nel giro di pochi minuti dorme. Per fortuna non russa, ma in compenso oggi ha tirato un paio di bombardoni da "evacuazione camera".

Per ora, quindi, serenità reciproca. Parliamo due lingue diverse ma ci intendiamo perfettamente, siamo una famiglia (per la cronaca, da oggi anche ufficialmente).

Mi sta però sorgendo una domanda.
Oggi, per la prima volta dal 1992, ho bevuto un caffé dopo le 17:00 (vabbé, caffè da queste parti è parola grossa) senza paura di passare la notte insonne; ma PERCHE' i Servizi Sociali, invece di tante parole su abbandono - elaborazione del lutto - trauma - distacco eccetera, non ci dicono sinceramente quanto è difficile e faticoso essere genitori? Ma loro, hanno mai portato un bimbo di tre anni e mezzo in un centro commerciale? Perché mi hanno tenuto nascosto che un minatore gallese, alla sera, è più riposato di un genitore? Perché sviscerano il mio subconscio senza curarsi minimamente dello stato della mia colonna vertebrale (soprattutto in zona lombo-sacrale)?
E sono solo al secondo giorno...


Ieri sera, arrivati in albergo, ho mostrato a Pheara la sua foto che ci diedero all'abbinamento, un anno fa; si è riconosciuto e l'ha voluta.
Beh, mi sono accorto che ce l'ha sempre in tasca (insieme alle bolle di sapone... immaginate in che stato!!!)

domenica 1 agosto 2010

L'incontro

Notte insonne, sindrome "da incontro"...
Sveglia alle 6:00, partenza alle 7:30. La città è già caotica, scooter stracarichi (il massimo avvistato è 4 passeggeri...) sfrecciano ovunque, anche in contromano, ma il nostro autista non si agita.
Fuori città, invece, i sorpassi azzardati si sprecano, preceduti da sonore strombazzate. Non posso fare a meno di notare che il centro del volante - in corrispondenza del clacson - è più consumato.

Passano 4 ore circa, durante le quali la tensione scema via via, lasciando il posto ad una quieta serenità.

Durante il viaggio la nostra referente cambogiana, dopo l'ennesima telefonata, ci comunica che Pheara ci sta aspettando!!

Arriviamo in istituto, da un gruppo di marmocchi di varie età, tutti in t-shirt o comunque vestiti da gioco, si stacca un pistacchietto in camicia bianca che, titubante, si avvicina. Non molto convinto, forse, ma si avvicina e si lascia abbracciare da Maria: ok, la sua scelta è fatta!
Entriamo nella sua camerata, attorniati dai bimbi; dopo un pò di moine (prevalentemente tra Maria e Pheara, io stavo un pò in disparte), tiro fuori un sacchetto di palle di gomma leggere (tipo "angolo bimbi" Ikea), faccio il brillante tentando un pò di giocoleria ma sono fuori allenamento e le palle troppo leggere: i bimbi si scompisciano, tranne uno che prende tre palle e si esibisce in numeri che io manco mi sogno!
E' l'inizio: scoppia la guerra delle palline, un misto di giocoleria, calcio, basket e tiro al pupazzo!

Per un'oretta va avanti così, poi è il momento di ripartire. Ed è qui che esplode la nostra crisi; la maman, con le lacrime agli occhi, saluta per l'ultima volta il suo cucciolo, le bimbe più grandicelle stanno in disparte con i lucciconi agli occhi mentre i coetanei maschi, già rimasti in disparte per tutto il tempo, si atteggiano a duri ma l'occhio è triste.
I più piccoli smettono di ridere, le palline (fino a pochi istanti prima ambite prede) rimangono sul pavimento.

Quella forte emozione che mi attendevo al primo sguardo non c'è stata, sostituita da una incredibile naturalezza e perfidamente rimpiazzata da un'angoscia che non mi aspettavo. Sono riuscito a mitigarla, almeno in parte, all'ultimo istante, prima di salire definitivamente in macchina, mostrando e insegnando al "fenomeno" della giocoleria il trucchetto dell'indice che si stacca. Quando la macchina si muove, tutti fanno "ciao-ciao" con la manina, un mezzo sorriso e l'occhio ancora lucido; lui mi fa vedere l'indice che si stacca!

Il rientro è tranquillo, sempre più Pheara si relaziona con Maria fino a riuscire a guardarla negli occhi; me, mi tiene d'occhio di nascosto, mi guarda di sottecchi.
Passa il tempo guardandosi intorno: è solo la seconda volta che esce dall'istituto.
Scoppia un temporale e il cucciolo si addormenta, giusto in tempo per evitare la vista dell'esito di un incidente: due corpi riversi sulla strada, immobili... non sappiamo cosa sia loro successo ma non è stato un bello spettacolo.

Arriviamo in città, è già buio: guarda rapito le luci della sua prima uscita "by night".

Arriviamo in camera d'albergo. La prima doccia non vuole togliere i pantaloncini: che problema c'è? A metà doccia vince Maria.

Prova i vari vestitini e la mia sciarpa verde: gli piace!

Scendiamo una decina di minuti nella hall ma vuole subito risalire (si fa capire bene...). Io vorrei finire la sigaretta ma non posso, devo salire anch'io: sono stato promosso? Vedremo...

E' ordinato, pulito, abbastanza obbediente: sono le 22:30 e ha fatto la doccia, mangiato in maniera composta e si è addormentato senza il minimo capriccio.

Domani, la cerimonia che lo "ufficializzerà" nostro figlio...

sabato 31 luglio 2010

Ormai manca DAVVERO poco!

Incomincio a rendermene conto adesso... tra 13 ore affronterò un viaggio di 5 ore (che mi dicono piuttosto travagliato...) che mi porterà, finalmente, da Pheara!
Una lunga e faticosa avventura che si conclude, per lasciare spazio ad un'altra, ancor più lunga e faticosa, ma con una "apertura" al futuro che mi... mi... non so, indescrivibile!

Mi bruciano un pò gli occhi... ma forse è solo il cloro della piscina.

Primo giorno - Alitalia

Ci sono italiani che, quando vanno all'estero, non fanno altro che decantare quanto negli altri Paesi siano più avanzati di noi... osservano estasiati qualsiasi puttanata come se in Italia non esistesse.

Altri, campanilisti all'estremo, cono capaci di soffermarsi davanti a Notre Dame e... "Si, vabbé... però... al paese di mio padre c'è una chiesetta con un campanile che lévati!".


Io, che mi picco di non rientrare in nessuna delle due categorie (e - malgrado il "momento storico" - sono ancora in massima parte lucido) devo ammettere che il viaggio con la Thai (in economy) è stato una sorpresa.
Posate in metallo, bicchieri in vetro, qualità del cibo ben al di sopra di mie precedenti esperienze.

Il massimo, però, è stata l'assoluta mancanza di quei televisori che penzolano tristemente dal soffitto; tipicamente, uno è sopra di te (e se lo vuoi vedere ti becchi un torcicollo che manco l'aria condizionata...); l'altro, quattro file più avanti... sgranato e inclinato a beneficio di qualcun altro; un unico film, polacco, doppiato in ucraino e sottolineato in suomi (o in polinesiano, a seconda delle destinazioni).
Nessun televisore del genere, sul nostro volo, ma uno schermo LCD a testa, incastrato nel sedile davanti, con ampia scelta di film in varie lingue (parecchi in italiano) e la possibilità di "mettere in pausa"; oltre a una discreta serie di videogiochi (Tetris, Asteroid, bowling, Mario Bros, eccetera).
Ciliegina sulla torta: sulla "punta" della "barca volante" (l'aereo, per chi non frequenta L&A) c'era una telecamera puntata sulla pista, e un'altra sotto: vedere la partenza "dal punto di vista del pilota" è stato simpatico, così come vedere la Lombardia rimpicciolirsi sempre di più; ma l'atteraggio... emozionante!

Insomma, il volo è passato bene, solo un'oretta di sonno; ovviamente il giorno dopo ero cotto... il che non ha aiutato a capire l'inglese che parlano qui.

martedì 27 luglio 2010

otnoc (=Conto alla rovescia)

Io, 40nne (sono un pò di più, ma vabbé...) italiano, cresciuto e "deodorato", nell'adolescenza, da Denim - per l'uomo che non deve chiedere mai...

Io, che ascoltavo Dalla a 10 anni:
"Un uomo come me,
se ha sete beve vino, [questa strofa mi ha "segnato" pesantemente... n.d.r.]
se ha fame chiede pane al suo vicino"

Io, che tra una manciata di ore parto per abbracciare mio figlio, affrontando più di 10 ore su un autobus un pò più grande del solito ma che non scorre sull'asfalto ma (terrore!) a migliaia di metri dal suolo, solo perché ha un paio di ali...

...io sono qui, a mezzanotte, incapace di prendere sonno e di fare qualsiasi cosa di pragmaticamente utile per questo "viaggio della vita".

Per fortuna, è un'avventura che si fa in due (almeno alla partenza, poi il numero aumenta).
Senza la mia dolce metà ("qui" lo ammetto, tanto lei non leggerà mai!), che si sta occupando febbrilmente del bagaglio, probabilmente arriverei all'aeroporto armato soltanto dell'essenziale: passaporto, biglietto e carta di credito. Tutto il resto si può comprare a Phnom Penh.

Ho provato a sistemare quantomeno la parte "documentale" ma il risultato sarà l'ennesimo cazziatone, domattina, per aver sconvolto un apparente disordine che - visto in un'ottica femminile - aveva una sua ferrea (e imperscrutabile) logica. Me lo merito... :-(

E intanto continuo a figurarmi come sarà l'incontro col cucciolo. Pur sapendo che nella realtà sarà diverso da quello che penso, che immagino...
Dio mi aiuterà, sennò sono nella cacca!

mercoledì 21 luglio 2010

sempre più vicino, il D-day...

Pagato il biglietto aereo, tra pochi giorni l'ultimo incontro presso l'Ente per definire (credo...) gli ultimi dettagli.
Ancora non ci credo... IO babbo!
Parlo con amici che, conosciuti in questa strana situazione, mi dicono che non è poi così difficile. Impegnativo, certo... ma non impossibile. Quindi, ce la posso fare anche io.
Non vedo l'ora. Sono stravolto, "cotto" per il lavoro e la tensione paterna (lo ammetto, sì, ho dei sentimenti!), arriverò in Cambogia sfatto... ma abbraccerò mio figlio!
L'ho visto in foto, di recente... è sereno, sorridente, bello come il sole (e come il papà... Hihihihi!). Appena è ufficialmente mio figlio, una foto qui ce la sbatto!
...che emozione (lacrimuccia)

martedì 20 luglio 2010

E' ufficiale: il 29 luglio si parte per Phnom Penh... abbracceremo il nostro pistacchietto!
Ore 14 e qualcosa, Malpensa, Terminal 1.

COOOMING!

martedì 13 luglio 2010

in coda al super...

Ci sono tante cose che non sopporto... forse, sono - di fondo - intransigente, però...

Sei lì, in coda alla cassa del supermercato. Senza carrello, hai preso tre cose: una bottiglia di coca, una di rhum (stasera, cuba libre!) e un sacchetto di patatine. Pagherai con carta di credito o bancomat, quindi senza lo sbattimento del resto (centesimi di euro che si infilano ovunque, tanto sono piccoli).

Tipico: si avvicina "lui": di solito cinese (ma non è detto, può essere anche afro o lumbard, cambia poco), con in mano una bottiglia di acqua minerale. Sorride, ammicca, ti fa intendere "mi fai passare? ho solo questo..."
Non puoi dire di no, tutti ti guardano.
Sorridi (amaramente) e lo fai passare. Sbuca improvvisa la moglie, un carrello pieno che ci sfami una famiglia di 5 persone per un mese... il fegato si ribella, ti sale la carogna sulla spalla ma fai buon viso a cattiva sorte. Pazienza...

Ma il bello deve ancora venire: al momento di pagare, "lui" tira fuori una mazzetta di ticket, di importi rigorosamente diversi. E qualcuno, secondo la cassiera, è pure falso.
Non arriva alla cifra, mancano sempre 6 o 7 euro... incomincia la contrattazione, degna dei migliori suk (o come diavolo si chiamano): tolgo 2 birre, però aggiungo una confezione di caramelle... cioccolatini in cambio dell'olio... La carogna si sposta dalla spalla alla testa, ti prende e ti avvolge... i più intransigenti, in fila dietro di te, incominciano a mugugnare e se la prendono con te che l'hai fatto passare... la cassiera se ne fotte, la coda si allunga ma lei non chiama una collega, che apra un'altra cassa... nooo, ci lascia lì, a soffrire; se potesse, spegnerebbe anche l'aria condizionata. Ci gode!

Dopo mezz'ora, arrivi a casa, ti fai un cuba libre con la coca calda, fa schifo, vomiti anche l'anima, diventi astemio e ti "logghi" sui siti di "spesa-a-casa".
'fanculo!

domenica 11 luglio 2010

Ho la fortuna di conoscere diverse coppie adottive in Cambogia,con cui ho condiviso i momenti difficili e che ora stanno condividendo con me e con altri le loro sensazioni... coppie che sono tornate (chi da un paio di mesi, chi da pochi giorni) con i cuccioli, coppie che OGGI sono in Cambogia e, attraverso questo strano e impagabile strumento che è il web, ci aggiornano su aspetti tecnici e soprattutto umani... il rapporto con i nostri figli...
A volte mi spaventano ma, prevalente, è il desiderio di essere al loro posto.
Manca poco, un paio di settimane, poi daremo loro il cambio. E a settembre ci scambieremo "de visu" impressioni, esperienze e quant'altro.
Manca poco: da quando abbiamo avuto la notizia che si parte, il sabato ha perso la sua dignità di "prefestivo", diventando giorno lavorativo a tutti gli effetti, e la domenica è un part-time (mi concedo un'ora in più nel letto e la Messa, ma il pomeriggio sono in studio a imprecare contro Tremonti). Ma le notizie che giungono, quotidianamente, dalla Cambogia... beh, mi rinfrancano e mi danno forza.
Grazie, amici....

domenica 4 luglio 2010

incredulo

...ancora non ci credo. Parto per la Cambogia, abbraccerò mio figlio!

sabato 3 luglio 2010

al di là del virtuale...

La fatica dell'adozione, la paura che tutto sfumasse per colpa della burocrazia... in questi mesi un grande aiuto mi è venuto da un forum di "aspiranti genitori cambogiani".
Un aiuto ma soprattutto un'esperienza che ha confermato una mia convinzione: conoscersi sul web è limitativo, non va "al fondo"... si conosce un nick, non una persona!
Parlo con cognizione di causa: mia moglie e io ci siamo conosciuti su internet, ci siamo scritti ma solo quando ci siamo conosciuti è accaduto l'irreparabile! ;-)
E' successo nel 2002, 8 anni fa, lo sto rivivendo ora nel suddetto forum: con alcune persone, per divergenze di opinioni, ci siamo presi a "tastierate"... anche pesantemente... Poi, la decisione: una telefonata, giusto per chiarirsi; per capire se continuare a non-sopportarsi o meno. Ora, sono tra le persone che stimo maggiormente, tra le persone incamminate con noi in questo percorso.

venerdì 2 luglio 2010

sarò padre...

L'adozione, notoriamente, è un percorso difficile.
Quella internazionale, poi, può diventare un calvario!
Noi abbiamo iniziato nel 2005, un anno di colloqui con i servizi sociali e nel 2006 arriva il "benestare": potete adottare un bimbo (e uno solo, mi raccomando!)
Optiamo per l'adozione internazionale, diamo l'incarico a un Ente accreditato, il CIFA di Torino. Paese: Panama, per nostri motivi affettivi. E' IL 2007.
Dopo un anno, l'Ente ci dice che adottare a Panama è pressoché impossibile (malgrado gli eurini già tirati fuori) e consigliano di rivolgersi alla Cambogia.
OK, peccato che dopo pochi mesi la Cambogia cambia le leggi e noi siamo tagliati fuori!
Racconterò più avanti quanto è successo, sta di fatto che i problemi burocratici si sono risolti e oggi, DOPO PIU' DI UN ANNO CON IN MANO LA FOTO DEL NOSTRO POTENZIALE FIGLIO, finalmente ci hanno comunicato che partiamo...

Posso essere incazzato con la burocrazia. con le leggi e i decreti, che tanto mi hanno rallentato e spaventato, ma oggi ho una certezza: SARO' PADRE!!
Mio figlio è in Cambogia, devo "solo" andarlo a prendere... e questo succederà a fine mese!!!
My God...

martedì 29 giugno 2010

sintesi di me...

47 anni, felicemente divorziato (dopo 8 anni e qualche "ramo " in testa) e felicemente risposato, un lavoro del cazzo (soprattutto in questo periodo... 730, UNICO, collegi sindacali, bilanci..) ma che adoro anche se un pò mi logora e non mi rende quello che vorrei (e quello che vorrebbe la dolce fanciulla che finalmente il buon Dio ha sparso a piene mani nella mia vita, a partire dal 20o2 grazie anche ad internet...), da oltre un anno attendo di abbracciare mio figlio: uno spettacolare cambogianino di 3 anni e mezzo che - pur non sapendolo - mi attende a Battambang!

Cattolico, praticante (anche se le "vicende" matrimoniali non mi consentono di accostarmi ai Sacramenti), seguo un Movimento cattolico: il più grosso aiuto ad affrontare i problemi!

Nei (pochi) momenti liberi cerco di evitare le "faccende" domestiche e mi dedico a innumerevoli passatempi: la contabilità di casa ("gestita" con un programma serio, in partita doppia, da commercialista... deformazione professionale - minchia, sai che passatempo!!!), chitarra, giocoleria (un pò fuori allenamento) e magia, soprattutto con monete e carte... anche se mi deprimo, quando i bimbi mi "sgamano"! E ora si aggiunge il blog... :-(

Motociclista, BMW del 1981 in restauro da 5 anni (praticamente, moto sparita.,tra Milano e Mandello Lario... ma tra non molto passo a vie legali, eccheccazzo!), al momento mi accontento di uno scooter 150: per la città va più che bene.

Due gatti, due disgraziati assolutamente incontenibili, due fratelli che - a volte - mi fanno pensare alla polenta (anche se sono tendenzialmente vegetariano). Il più grande è ombroso come una lince, il più piccolo probabilmente ha crisi di identità e si crede un cane da riporto: quando gli tiriamo una pallina (o un tappo di plastica, per lui è uguale) la riporta e attende un nuovo lancio, fino all'esaurimento... nervoso, il nostro!
Voglio vedere cosa succederà all'arrivo di Phearà, il nostro cambogianino!

Un padre, morto nell'agosto 2007; poco da dire: mi ha insegnato a lavorare, mi ha insegnato a vivere, mi ha insegnato a morire...

Una madre, che con dolcezza ha accompagnato il suo sposo fino all'ultimo e ora rifiuta l'appellativo di "vedova".
Il loro motto era " Com'è bello il mondo - come è grande Dio!" (lo diceva la mamma del don Gius) e l'hanno ripetuto fino all'ultimo... è inciso anche sulla lapide di papà, a Bruzzano.

Un fratello (famiglia inclusa) ateo, che mi prende beffardamente per il culo per la mia Fede ma che c'è, c'è stato e so per certo sempre ci sarà.

Suoceri: beh, per definizione sono "suoceri" quindi sorvoliamo... ;-)

Un cognato, sua moglie, un figlio nato il giorno dopo il mio e un altro in arrivo.

Amici: alcuni arrivano, altri vanno... qualcuno resta: sono i migliori,quelli con cui condivido molto (se non tutto).

...QUESTO SONO IO!!!!

domenica 27 giugno 2010

intro/2

Che senso ha un blog?
E', secondo me, solo un luogo dove scrivere. Basta avere la coscienza che mai nessuno leggerà...

A quanto pare, tutti sono su FaceBook... i più fichi sono anche su Twitter... eppoi, bisogna avere almeno un blog!
Ecco, sono su FaceBook (ma non capisco perché), credo di essere anche su Twitter (non ricordo...) e ora ho anche un blog!
Ci scriverò la mia storia, la mia vita, le mie emozioni e le incazzature... uno sfogo, un confessionale elettronico con la medesima segretezza (chi mai leggerà?), una bottiglia nel mare destinata a sfracellarsi sugli scogli dell'isola di Bergeggi ("lanciata" da Varazze, più lontano non ci arriva!), una bacheca pubblica appesa nel cesso di casa (ma ben nascosta, dietro la lavatrice da 900 €).

sabato 26 giugno 2010

intro/1

...e così, "cedo" al nuovo millennio, butto via il mio diario cartaceo (lucchettino incluso) e mi fiondo nel web!
Uno spazio dove raccontare, sfogarmi, blaterare... a mio uso e consumo, ma dando la possibilità a chiunque (se riesco a gestire un blog, cosa di cui dubito) di interagire con me. Mi attendo almeno 4 lettori :-)
Adesso è l'inizio, nel tempo spero di migliorare...