domenica 28 aprile 2019

"P" come "Poker"? Nooo, "P" come...

Sopra il Panka, la banca campa...
Dominik Panka, polacco, classe 1991 – 28 anni, esattamente la metà di me. E non è l'unica differenza...

LUI
gioca a poker e – per dirne qualcuna – ...
  • nel 2014 ha vinto 1.473.096 dollari ai Caraibi;
  • sempre nel 2014, a Barcellona, ha vinto 77.600 euro;
  • nel 2016 ha vinto 30.970 a Malta;
  • in questo momento, sta giocando a Londra – in palio ci sono 500.000 sterline.
IO
  • ho il doppio dei suoi anni;
  • non so bene cosa sia il poker – e non riesco nemmeno a immaginare quanto sia mezzo milione di sterline;
  • mentre lui gioca, io ci ho messo mezz'ora per cucire un bottone su di una camicia – escluso il tempo impiegato per scegliere il bottone più somigliante (e caliamo un velo pietoso sull'infilare il filo nella cruna dell'ago...).
Dove ho sbagliato?

Ma... ho davvero sbagliato?
Nooo, io ho il mio Pistacchio! 😍  😉  😜



sabato 27 aprile 2019

L'attesa.



Non mi ci abituerò mai.
Non è stata la prima volta né sarà l'ultima: due maschietti allo sbando – quasi settant'anni in due ma la bilancia pesa inesorabilmente (e abbondantemente...) dalla mia parte. Adattarsi reciprocamente sembrerebbe non facile, ma non è così. Certo, con i nostri limiti...

Mi arriva a casa alle 18 di Pasqua, l'idea è quella di partire il giorno dopo al più presto quindi – contati i giorni di permanenza nell'entroterra ligure e analizzato il meteo – predisponiamo quanto necessario per il periodo, più qualcosa di scorta, non si sa mai.
Il tutto viene delicatamente appoggiato sul divano (alle valigie ci penseremo domattina), quello stesso divano sul quale, pochi istanti dopo, ci stravacchiamo a goderci un film... ma tanto chi stira mutande calze e magliette?
Terminato il film, finalmente nanna, con la reciproca promessa di svegliarci ad un orario decente. In effetti, alle 7:30 sono sveglio ma, mentre mi lavo i denti e sorseggio il mio primo caffè seguito dalla prima sigaretta., il Pistacchio ne approfitta per spostarsi subdolamente nel mio letto.
Quando me ne accorgo, è troppo tardi: s'è già riaddormentato con l'espressione “l'ora giusta per me sono le undici, ora più ora meno: fa' un po' te...”: come contraddirlo? Ormai ha più di dodici anni, è giusto assecondare le sue scelte senza contraddirlo in continuazione. Mi adeguo. Ma un minimo di autorevolezza devo dimostrarla, quindi alle 10 sono di nuovo... beh, “sveglio” è parola grossa: qualcosa di simile.
Meccanicamente, ripeto il rito mattutino denti-caffè-sigaretta, aggiungendo anche un'abluzione da minimo sindacale. Il tutto stimolando la sveglia del pargolo.
...ma ha carattere, il Pistacchio! Undici ha detto e undici sono, ora più ora meno; mi concede solo una riduzione (soltanto mezz'ora) però “in più”.
Scimmiotta il mio rituale mattutino (caffè e sigaretta esclusi), ma “a rate”: prima rubinetto aperto (e basta!), poi denti e infine (sì, lo sgamo anche lì) abluzione.
Siamo finalmente pronti e prepariamo gli zaini (per ora, solo la prima fase: estrarli dagli angoli più remoti degli armadi). Segue frugal pasto e stoccaggio indumenti negli zaini – in stile brillantemente random.
C'è tutto, mancano solo gli scarponi da sci (ma le previsioni non sono così catastrofiche) e – ce ne accorgeremo solo all'arrivo – le ciabatte di entrambi e un qualunque indumento idrorepellente e al contempo termico per il pargolo. Ma quando c'è la carta di credito c'è tutto!
Gli zaini sono incredibilmente numerosi e tre piani a piedi sono un discreto moltiplicatore. Comunque, finalmente si parte – anche se con un po' di ritardo: del resto, è capitato anche a Cape Canaveral e per Trenitalia è addirittura una clausola contrattuale.
Arriviamo però precisi: precisamente 3 minuti prima che inizi a diluviare.
La casa ha mura spesse circa 50 cm, la fonte di calore primaria è una stufa a legna, supportata da un paio di stufette elettriche, casomai la legna finisse, ma il problema non si pone: legna non ce n'è proprio... ma l'avventura è cominciata: noi due, soli: certe cose non hanno prezzo, per tutto il resto c'è MasterCard... 'sto par di ciuffoli! In Liguria la legna da ardere è un articolo stagionale e a primavera inoltrata è introvabile, malgrado i 7° e la pioggia battente...
Ma ce la siamo cavata egregiamente – anche grazie a due nuove (e inaspettate, per il cucciolo) versioni del “gioco di contrattazione più famoso al mondo” (non mi pagano? Niente pubblicità!), la versione “Pizza” e l'ancor più inaspettata “Versione dell'Imbroglio”.
Ahò, mica che le abbiamo bruciate, eh?
Quattro giorni di acqua, vento e Monop... Oops! M'è scappato... Il sole è apparso, fulgido e caldo, sabato – il giorno programmato per il ritorno (un po' nel tentativo di evitare il traffico domenicale di fine ponte, un po' perché giustamente il Pistacchio voleva passare la domenica con la madre).
Non mi dilungo: la scena è stata la medesima del lunedì, con la differenza che i piani erano solo due, ma con scale strette e ripide come solo da quelle parti sanno fare.

Ora sono a casa, a Milano. Da solo.
Mi autocito:
      Non mi ci abituerò mai.
      Non è stata la prima volta né sarà l'ultima: due maschietti allo sbando.
Ma ad ogni minimo rumorino sobbalzo, penso a una delle sue solite (rumorose) imboscate.
Solo una frazione di secondo, poi realizzo che sono solo, stasera – dapprima un minimo di magone ma, immediata, la gioia per l'attesa della prossima volta.
L'attesa...