lunedì 27 febbraio 2012

Papà esiste!


Come si chiama... “papite”?

Ieri pomeriggio, ha espresso il desiderio di andare ai giardinetti; con papà.

Credo non sia mai successo, prima... monopattino e via! Sfidando un vento gelido che ha messo a dura prova il mio malconcio fisico, assestato su 37.8° da una settimana. Ma come negarsi al Pistacchio?

E come negarsi a quegli ultimi faticosissimi 10 minuti, durante i quali ha voluto giocare a calcio con me (notoriamente negato e avverso al calcio)? S'è fatto anche questo, e pure di gusto!


Oggi, riunione di lavoro improvvisa, fuori Milano.

Alle 19.45 telefono a casa, dico che sto rientrando.

Il Pistacchio mi vuole parlare; non singhiozza, ma la voce è “rotta”, mi dice che gli manco, mi chiede dove sono e quando torno.

Il risultato è quantomeno deleterio: incurante degli autovelox che abbondano sulla MI-CO, sono a casa in circa mezz'ora.

Mi salta addosso e mi abbraccia, sghignazzando mi dice che senza il mio controllo hanno fatto quello che volevano ma poi mi bacia e mi dice che gli sono mancato, mangiare senza di me non gli è piaciuto.

Mi squaglio... che altro posso fare?

Vediamo cosa mi attende, domani!



martedì 7 febbraio 2012

Gli occhi

Non ci avevo mai fatto caso, prima... ma tutto accade, prima o poi, no?
Quindi, mi sono accorto degli occhi di mio figlio, gli occhi del Pistacchio.

Neri, intensi, profondi; non ti lasciano scampo: se li guardi, devi metterti in gioco con lui. Ti sfida, a volte... ma perlopiù ti chiede; ti chiede di esserci, con uno sguardo dolce e supplichevole che ti spacca. E così la vince lui su qualsiasi cosa, il fetente! Ma va bene così, l'ho desiderato, l'ho atteso per tanto (troppo?) tempo e ora che è con me... con noi... lo guardo negli occhi e ringrazio Dio per il dono che ci ha fatto; però non vale! Ha due occhi che valgono per quattro e io a volte non reggo... bella sensazione!