Non mi ci abituerò mai.
Non è stata la prima
volta né sarà l'ultima: due maschietti allo sbando – quasi
settant'anni in due ma la bilancia pesa inesorabilmente (e
abbondantemente...) dalla mia parte. Adattarsi reciprocamente
sembrerebbe non facile, ma non è così. Certo, con i nostri
limiti...
Mi arriva a casa alle 18
di Pasqua, l'idea è quella di partire il giorno dopo al più presto
quindi – contati i giorni di permanenza nell'entroterra ligure e
analizzato il meteo – predisponiamo quanto necessario per il
periodo, più qualcosa di scorta, non si sa mai.
Il tutto viene
delicatamente appoggiato sul divano (alle valigie ci penseremo
domattina), quello stesso divano sul quale, pochi istanti dopo, ci
stravacchiamo a goderci un film... ma tanto chi stira mutande calze e
magliette?
Terminato il film,
finalmente nanna, con la reciproca promessa di svegliarci ad un
orario decente. In effetti, alle 7:30 sono sveglio ma, mentre mi lavo
i denti e sorseggio il mio primo caffè seguito dalla prima
sigaretta., il Pistacchio ne approfitta per spostarsi subdolamente
nel mio letto.
Quando me ne accorgo, è
troppo tardi: s'è già riaddormentato con l'espressione “l'ora
giusta per me sono le undici, ora più ora meno: fa' un po' te...”:
come contraddirlo? Ormai ha più di dodici anni, è giusto
assecondare le sue scelte senza contraddirlo in continuazione. Mi
adeguo. Ma un minimo di autorevolezza devo dimostrarla, quindi alle
10 sono di nuovo... beh, “sveglio” è parola grossa: qualcosa di
simile.
Meccanicamente, ripeto il
rito mattutino denti-caffè-sigaretta, aggiungendo anche un'abluzione
da minimo sindacale. Il tutto stimolando la sveglia del pargolo.
...ma ha carattere, il
Pistacchio! Undici ha detto e undici sono, ora più ora meno; mi
concede solo una riduzione (soltanto mezz'ora) però “in più”.
Scimmiotta il mio rituale
mattutino (caffè e sigaretta esclusi), ma “a rate”: prima
rubinetto aperto (e basta!), poi denti e infine (sì, lo sgamo anche
lì) abluzione.
Siamo finalmente pronti e
prepariamo gli zaini (per ora, solo la prima fase: estrarli dagli
angoli più remoti degli armadi). Segue frugal pasto e stoccaggio
indumenti negli zaini – in stile brillantemente random.
C'è tutto, mancano solo
gli scarponi da sci (ma le previsioni non sono così catastrofiche) e
– ce ne accorgeremo solo all'arrivo – le ciabatte di entrambi e
un qualunque indumento idrorepellente e al contempo termico per il
pargolo. Ma quando c'è la carta di credito c'è tutto!
Gli zaini sono
incredibilmente numerosi e tre piani a piedi sono un discreto
moltiplicatore. Comunque, finalmente si parte – anche se con un po'
di ritardo: del resto, è capitato anche a Cape Canaveral e per
Trenitalia è addirittura una clausola contrattuale.
Arriviamo però precisi:
precisamente 3 minuti prima che inizi a diluviare.
La casa ha mura spesse
circa 50 cm, la fonte di calore primaria è una stufa a legna,
supportata da un paio di stufette elettriche, casomai la legna
finisse, ma il problema non si pone: legna non ce n'è proprio... ma
l'avventura è cominciata: noi due, soli: certe cose non hanno
prezzo, per tutto il resto c'è MasterCard... 'sto par di ciuffoli!
In Liguria la legna da ardere è un articolo stagionale e a primavera
inoltrata è introvabile, malgrado i 7° e la pioggia battente...
Ma ce la siamo cavata
egregiamente – anche grazie a due nuove (e inaspettate, per il
cucciolo) versioni del “gioco di contrattazione più famoso al
mondo” (non mi pagano? Niente pubblicità!), la versione “Pizza”
e l'ancor più inaspettata “Versione dell'Imbroglio”.
Ahò, mica che le abbiamo
bruciate, eh?
Quattro giorni di acqua,
vento e Monop... Oops! M'è scappato... Il sole è
apparso, fulgido e caldo, sabato – il giorno programmato per il
ritorno (un po' nel tentativo di evitare il traffico domenicale di
fine ponte, un po' perché giustamente il Pistacchio voleva passare
la domenica con la madre).
Non mi dilungo: la scena
è stata la medesima del lunedì, con la differenza che i piani erano
solo due, ma con scale strette e ripide come solo da quelle parti
sanno fare.
Ora sono a casa, a
Milano. Da solo.
Mi autocito:
Non mi ci abituerò
mai.
Non è stata la prima
volta né sarà l'ultima: due maschietti allo sbando.
Ma ad ogni minimo
rumorino sobbalzo, penso a una delle sue solite (rumorose) imboscate.
Solo una frazione di
secondo, poi realizzo che sono solo, stasera – dapprima un minimo
di magone ma, immediata, la gioia per l'attesa della prossima volta.
L'attesa...