venerdì 18 maggio 2012

"Che bella cosa..."



Ma che bella cosa che avete fatto!”
Mi è capitato raramente che me lo dicessero e mi sono sempre trattenuto dal mandare “a stendere” (so riconoscere, e perdono, l'ignoranza – nel senso etimologico del termine, ignorare... – quando la incontro!). Ma mi pare di capire che ad altri succede di frequente.
Quindi, ci ho ragionato (sembrerà strano, ma mi accade...).

Sono stato inquisito dai servizi sociali, ho atteso anni (e speso un pacco di soldi...) per poi affrontare un volo di 10 ore per andare in Cambogia.
Là, ho abbracciato quello che mi è stato “destinato” come figlio; l'ho tolto dal suo ambiente (bello o brutto che fosse, era comunque il suo ambiente); nel giro di un'ora, l'ho strappato dal suo istituto (la sua vita, la sua quotidianità) e l'ho costretto a un viaggio in macchina di 5 ore; gli ho imposto di convivere in una stanza di albergo con due sconosciuti, pallidi come due mozzarelle e con due nasi enormi come lui mai aveva visto.
Mi parlava nella sua lingua (il cambogiano, ovviamente) che io non capivo (altrettanto ovviamente); io gli rispondevo in italiano, con la pretesa che imparasse.
L'ho strappato dalla sua terra, dove quando fa freddo ci sono 20°, e l'ho portato in Italia, dove ha conosciuto freddo, nebbia e neve.
Gli ho cambiato le abitudini alimentari (in peggio, forse...) facendogli bere il latte e mangiare il formaggio, sostituendo il riso con la pasta e il passion fruit con le mele.
Non sapeva cosa fosse un papà, e io ho preteso di esserlo per lui.
Non sapeva cosa fosse una mamma “in esclusiva”, e se l'è ritrovata – suo malgrado.
Non sapeva cosa fosse una famiglia, e noi gliela abbiamo imposta.

Noi, consciamente, desideravamo un figlio. Lui non aveva idea di cosa fosse una famiglia.
Noi desideravamo essere famiglia. Lui non ci pensava proprio...
Noi abbiamo lottato e sofferto per un nostro obiettivo (non dovuto, peraltro). Lui ci ha, in un certo senso, “subiti”.

Ora, quando ci chiama mamma e papà... quando vuole che ci diamo un bacetto per intromettersi anche lui in un ridicolo ed improponibile bacio “trino e unico”... quando si affida a noi totalmente...
…mi chiedo: chi ha fatto veramente una bella cosa? Noi o lui?




7 commenti:

  1. Non avevo mai letto l'adozione sotto questo punto di vista ... e fa tutto un altro effetto!
    E mi piace ... mi strapiace perché hai proprio ragione ... Chi ha fatto veramente una cosa bella? ... I NOSTRI FIGLI.
    Grazie per questa riflessione!
    Annalisa (lisottina - Le Radici e Le Ali)

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  2. Hai ragione Marco, proprio ragione...
    I nostri pupi hanno avuto un bel coraggio, ne sono convinta.
    Un abbraccio a voi tre
    ML

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  3. Questa volta hai proprio ragione, i nostri figli sono forza e coraggio e ci danno forza e coraggio. Io ormai ho rinunciato a spiegarlo a chi continua a dirci "che bella cosa che avete fatto".
    Ciao famiglia!!!!!!

    Sandra

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  4. Anche io rispondo sembre che la cosa bella è stata nostra figlia a farla a noi! Ma la tua riflessione è bellissima, rende l'idea molto chiaramente!
    Posso condividerla su Facebook? (citandoti come autore, ovviamente!)
    Ciao
    Annalisa (Alisa69 - Le Radici e le Ali)

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    1. Nema problema... se le mie parole "funzionano", perché non condividerle?
      Akun, MB

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  5. hai proprio ragione! bravi sono loro, che si affidano nelle nostre mani senza neanche sapere se siano buone o meno

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  6. Parole profondissime le tue....
    Sarebbe bello poterle raccontare a chi ci dice che siamo stato bravi.
    Peccato che il più delle volte ci zittiscano dicendo "no no siete stati bravi e basta"
    Ma l'importante è che lo sappiamo noi, che i bravi sono i nostri figli, noi al massimo siamo stati pazienti, tenaci, testardi, ma bravi in effetti no!

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