Razzismo e adozione vanno
a braccetto.
O, meglio, così si vuole
che sia – anche se personalmente non vedo alcun legame (ignoranza a
parte).
Apostrofare
un'adolescente con un colorito (è il caso di dirlo...) “negra
di m...” non ha nulla a che fare con l'adozione; lo stronzo di
turno (che con quell'adolescente condivide solo il colore – non
certo il genoma, come citerò più oltre) non ha detto “adottata
di m...”!
Eppure, il fatto è
finito sui giornali, in maniera esplicitamente e sfacciatamente
“bipolare”.
E sono certo che nessun
peso abbia avuto il fatto che la mamma sia un assessore M5S...
Rectius: nessun peso per
la mamma (che mamma è e mamma rimane – fortunatamente). Ma siamo
sicuri che la giornalista de Il Messaggero non abbia voluto cogliere
una succulenta occasione riconducibile ai tristi fatti di questi
giorni (e non solo, ma in questi giorni il problema barconi è
vergognosamente sfruttato a fini politici più che mai)?
Eppoi, esiste
anche un razzismo inverso, a contrariis, le mie amiche cambo-mamme
direbberoáž“ៅáž›ើáž•្áž‘ុយមកវិញ
Ho conosciuto (e ahimè
conosco tuttora) una mamma che, in fase preadottiva, non pose limiti
alla quantità di melanina – anzi, cito;“più è colorato
[sic!] meglio è!”.
Come definireste tale atteggiamento?
Eppoi (ancora?),
Albert Einstein (avete presente? T-shirt con la linguaccia che manco
i Rolling Stones, E=mc²,
la teoria della relatività – che tutti citano ma ben pochi
conoscono, eccetera) giunto negli USA nel 1933 compilò il modulo per
l'immigrazione e, alla domanda “razza” scrisse umana
(fonte: Paola Strocchio, mamma incidentalmente [ma mica
troppo...] adottiva ancor prima che scrittrice – e le due cose
convivono perfettamente nel suo “Stupidario sull'Adozione”, non
nuovo nei contenuti ma brillantemente esposto – ed. BradipoLibri –
e... no, non ho alcuna percentuale sulle royalties).
Eppoi (dà i,
adesso basta!), “razza” ha ben altro significato.
Focus è una rivista
scientifica – divulgativa ma scientifica. Più che credibile –
perlomeno, nella stramaggioranza dei casi.
Ed è lì che leggo che
il
termine razza non è scientifico: gli uomini non sono stati isolati
geograficamente abbastanza a lungo da creare varietà genetiche
distinte
E più oltre:
Mentre
la comunità scientifica dibatteva sul nulla, l’idea di “razza”
era già diventata il più potente motore della nuova economia
coloniale. Il trattamento riservato alle popolazioni africane
deportate negli Stati Uniti per ridurle in schiavitù, per esempio,
era la diretta conseguenza della loro appartenenza a un’altra
razza, considerata intellettualmente inferiore. Nel XVIII secolo,
intellettuali di tutto il mondo si appellarono alla cosiddetta scala
naturae, l’ordine naturale (gerarchico) di tutte le specie viventi,
e collocarono le popolazioni africane un gradino sotto la nostra.
E anche:
Oggi
che conosciamo bene il nostro Dna ci rendiamo conto che le nostre
differenze non sono nient’altro che sfumature, in termini genetici.
A separarci dagli altri esseri umani c’è una percentuale minima
del genoma: in media, ogni uomo è biochimicamente simile a ogni
altro uomo sul pianeta per il 99,5%
Per chi volesse per un
attimo abbandonale la più amena Settimana Enigmistica, il testo
dell'articolo (completo, interessante e approfondito, ancorché un
po' palloso, alla fin fine) si trova in
https://www.focus.it/scienza/scienze/si-puo-parlare-di-razze-umane
PS: e se
l'adolescente di cui sopra fosse stata russa? E i figli nati da
matrimoni c.d. “misti” (e qui sono scivolato anche io, lo
ammetto)?
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