Recupero, nei meandri
della mia memoria e tra i vari e disordinati documenti del PC, questi
due stralci di un discorso di Papa Francesco:
Tutto, nella nostra
vita, oggi come al tempo di Gesù, incomincia con un incontro.
Un
incontro con quest’Uomo, il falegname di Nazaret,
un uomo come
tutti e allo stesso tempo diverso.
Pensiamo al Vangelo di Giovanni,
là dove racconta del primo incontro dei discepoli con Gesù
(cfr
1,35-42).
Andrea, Giovanni, Simone: si sentirono guardati fin nel
profondo,
conosciuti intimamente, e questo generò in loro una
sorpresa, uno stupore che, immediatamente, li fece sentire legati a
Lui...
[...]
Parlando dell’incontro
mi viene in mente “La vocazione di Matteo”,
quel Caravaggio
davanti al quale mi fermavo a lungo in San Luigi dei Francesi,
ogni
volta che venivo a Roma.
Nessuno di quelli che stavano lì, compreso
Matteo avido di denaro,
poteva credere al messaggio di quel dito che
lo indicava,
al messaggio di quegli occhi che lo guardavano con
misericordia
e lo sceglievano per la sequela.
Sentiva quello stupore
dell’incontro.
Mi ricordo di aver
condiviso queste parole con i genitori del catechismo.
Di recente –
recentissimo, le ho condivise con chi mi sta dimostrando di essermi
amica, accettando che io malgrado tutto“sparassi” un pochino più
in alto. Spudoratamente e palesemente.
Sguardo, incontro....
Sono i temi di base.
Mi riguardano, mi
coinvolgono.
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