lunedì 27 luglio 2015

Il navigatore, questo maledetto...



Ricevo una strana proposta.
Una giornata in un parco acquatico a Morbegno.
Nella lista dei partecipanti, scorgo persona che sarà presente con il figlio. Pheara già lo conosce, pare ci sia feeling.
Occhei, abbandono le pantofole e aderisco a un viaggio di 120 Km, disposto pure a indossare un costume da bagno che rivelerà inclemente la panza... Preparo pure un melone a cubetti, che verrà apprezzato. Al frittatone ci pensa nonna.

Partiamo con un leggero ritardo, ma tant'è.

Si arriva a Morbegno, cerco indicazioni per il parco acquatico. Nulla.
Chieste informazioni, mi ritrovo poco dopo nel parcheggio di una clinica.
Cedo e imposto il navigatore. Seguo. Dopo una decina di km mi dice “sei arrivato”.
Seee... altro paese, Brico Center e concessionario Toyota: e le piscine?

Reimposto il navigatore, che mi conduce inesorabile nella piazza principale del paese; luogo decisamente inadeguato per un parco acquatico, direi.

Mi tocca soccombere e chiedere aiuto.
Non attivo più il navigatore, utilizzo il buon vecchio sistema del finestrino abbassato. “Scusi, vado bene per...?”.

Dopo una ventina di minuti, mi ritrovo esattamente nello stesso parcheggio della clinica da cui sono partito. Mi astengo dal proferire parola, non sarebbe stato educativo per mio figlio. Il navigatore trema, temendo una dovuta martellata.
Scendo dalla macchina, in evidente stato di panico.
Casualmente, l'occhio cade al di là di una siepe... cazzo, quello è uno scivolo d'acqua! Ed ero già qui svariato tempo fa... il navigatore cerca di nascondersi. Giustamente terrorizzato. Non ho martelli sottomano ma vedo sassi dignitosamente grossi.

...ma non vedo l'ingresso.
Improvvisa, qual cometa nella notte, sopraggiunge un'auto: la mamma dell'amichetto che mi viene in soccorso.
Trenta metri, siamo alfine alla cassa del parco.
Dopo 20 Km di tour per le campagne bresciane...


Sorvoliamo sul fatto che lo zaino del figliuolo era stato predisposto
per squisite esigenze tecnico-organizzative
dalla madre, che si è scordata di implementarlo con doveroso costume da bagno.
Sorvoliamo sul fatto che solo dopo mezz'ora
e con l'intervento sostenitore di altri genitori
sono riuscito a convincerlo che i pantaloncini indossati
potevano ben passare per costume da bagno.
Si è divertito, questo importa.


Arriva il momento del rientro.
Me ne guardo bene dall'attivare l'infame navigatore: i cartelli verdi “autostrade” sono presenti e ben visibili... A4.
Te lo credi!
All'improvviso spariscono, rimane la A35.
Mi ritrovo così sulla famigerata BreBeMi; è deserta, ma poi capisco, spendo esattamente il 50% in più rispetto all'andata! Pochi euro, è vero, ma è il concetto.
Faccio poi molta più statale.
E io, che abito praticamente all'imbocco della desiderata Mi-Ve, mi ritrovo a Linate. Dall'altro capo della città.

Alterato.
No, decisamente arrabbiato.
Diciamola tutta: incazzato nero!

La prossima volta
o organizzate qualcosa su Milano
oppure venite a prendermi!
Voglio bene a mio figlio,
disposto a mettermi al volante per 250 km in un giorno
se immagino che lui ne tragga piacere
come è poi accaduto.
Ma a tutto c'è un limite.
Tra dieci anni prenderà la patente
devo solo resistere!



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