venerdì 4 gennaio 2019

Lascia l'ascia che lascia la scia

 Lascia l'ascia che lascia la scia


(ma che ca@@o scrivo?)

Orco Feglino. Piccolo comune nell'entroterra ligure – poco sopra Finale (SV).
Come spesso, ospiti di un amico prete. Nella canonica.
Mura spesse, come le facevano una volta: diciamo 60 cm?
Mura spesse, da tempo non riscaldate.
Un freddo p-Orco!

La stufa compie dignitosamente il proprio lavoro: brucia freneticamente legna ed emana un piacevole tepore – nel raggio, ahimè, di 50 cm.... non di più.
La supportano alcune stufette elettriche che – con tutto il loro impegno – contribuiscono: leggermente al tepore domestico e pesantemente al bilancio familiare (...e te credo che le mie 4 azioni Enel crescono di valore!).

Il Pistacchio, adolescenzialmente “preso”, ha deciso di contribuire – sicché ho dovuto investire qualche eurino per l'acquisto di una piccola accetta (eccola, la famosa ascia del titolo!).
Lui ne è convinto: andremo nel bosco a “fare legna”. Occhei, ti do fiducia... però, al Brico, centoventi chili di legna li ho presi lo stesso... si sa mai.

Nel frattempo, il Cucciolo gira per casa con l'accetta (ovviamente con lama coperta - vabbè pirla, ma a tutto c'è un limite) poggiata sulla spalla destra. Penso a Zagor e sogghigno. 


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