Lascia l'ascia che lascia la scia
(ma che ca@@o scrivo?)
Orco Feglino. Piccolo
comune nell'entroterra ligure – poco sopra Finale (SV).
Come spesso, ospiti di un
amico prete. Nella canonica.
Mura spesse, come le
facevano una volta: diciamo 60 cm?
Mura spesse, da tempo non
riscaldate.
Un freddo p-Orco!
La stufa compie
dignitosamente il proprio lavoro: brucia freneticamente legna ed
emana un piacevole tepore – nel raggio, ahimè, di 50 cm.... non di
più.
La supportano alcune
stufette elettriche che – con tutto il loro impegno –
contribuiscono: leggermente al tepore domestico e pesantemente
al bilancio familiare (...e te credo che le mie 4 azioni Enel crescono di
valore!).
Il Pistacchio,
adolescenzialmente “preso”, ha deciso di contribuire – sicché
ho dovuto investire qualche eurino per l'acquisto di una piccola
accetta (eccola, la famosa ascia del titolo!).
Lui ne è convinto:
andremo nel bosco a “fare legna”. Occhei, ti do fiducia... però,
al Brico, centoventi chili di legna li ho presi lo stesso... si sa
mai.
Nel frattempo, il Cucciolo gira per casa con l'accetta (ovviamente con lama coperta - vabbè pirla, ma a tutto c'è un limite) poggiata sulla spalla destra. Penso a Zagor e sogghigno.
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